Come chiudere la partita IVA senza lasciare debiti aperti

Chiudere la partita IVA senza lasciare debiti aperti è possibile. Entriamo nei dettagli e vediamo come fare.
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chiusura partita Iva
Foto © Pixabay

Onde evitare possibili problematiche è fondamentale chiudere la partita Iva senza lasciare debiti aperti. Come canta Marco Masini con il brano Lontano dai tuoi angeli: “Ho ancora il vizio di barare con la vita e col destino e la paura di dormire che c’avevo da bambino, soldi e debiti o colpe e meriti“.

Inutile negarlo, ognuno di noi ha paura di qualcosa. Lo sanno bene i tanti contribuenti che temono di ricevere a casa una comunicazione da parte dell’Agenzia delle Entrate con la richiesta di pagare, ad esempio, delle sanzioni per via di qualche svista in ambito fiscale.

Ma non solo, molti titolari di partita Iva temono di dover fare i conti con pesanti conseguenze per via dei debiti che potrebbero aver contratto nel corso degli anni al fine di avviare e portare avanti la propria attività.

Non sempre, purtroppo, le cose vanno come sperato. Può capitare infatti che il duro lavoro e le notti insonne passate a pianificare le varie attività aziendali non vengano giustamente ripagate. Il risultato finale è il rischio di accumulare più debiti che guadagni. Una situazione indubbiamente poco piacevole, che può portare i soggetti coinvolti a dover chiudere la partita Iva.

Come chiudere la partita IVA senza lasciare debiti aperti

A differenza di quanto in molti possano pensare, la chiusura della partita Iva non determina la cancellazione dei debiti. Anche una volta cessata l’attività, infatti, il soggetto interessato continuerà ad essere responsabile e sarà chiamato a pagare eventuali debiti nei confronti dell’Agenzia delle Entrate, dell’Inps, piuttosto che banche o altri creditori privati.

In particolare l’Agenzia delle Entrate può agire tramite pignoramenti sui beni del debitore, quali conti correnti, stipendi o immobili. Stesso discorso per l’INPS che può decidere di avviare un’operazione di recupero tramite pignoramento.

Se il titolare non comunica la chiusura e non cambia attività, ma allo stesso tempo non fattura, inoltre, può essere disposta la chiusura d’ufficio da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Anche in quest’ultimo caso, però, i debiti continuano ad esistere e i soggetti interessati dovranno provvedere al relativo pagamento. Ne consegue che anche le banche o altri creditori potranno procedere con azioni legali per riavere la somma loro spettante.

In tale ambito è importante conoscere la differenza tra la responsabilità delle ditte individuali e delle società. Entrando nei dettagli,  in caso di ditte individuali e liberi professionisti, il titolare è responsabile illimitatamente con il proprio patrimonio personale per gli eventuali debiti emersi nel corso dello svolgimento della propria attività.

Nelle società, come ad esempio quelle Srl o Srls, invece, la responsabilità risulta essere limitata al solo capitale sociale. Ne consegue che i soci non devono rispondere con i propri beni in caso di debiti aziendali. Fa eccezione il caso in cui i soggetti siano coinvolti in atti illeciti.

In situazioni particolarmente complesse, dove i debiti sono davvero molto alti, si consiglia di valutare la procedura di crisi da sovraindebitamento. Quest’ultimo consiste nel trovare un accordo con i creditori per un piano di rimborso più sostenibile. E risolvere così i problemi correlati a un eccessivo indebitamento.

Come chiudere la partita Iva correttamente ed evitare sanzioni

Onde evitare di dover pagare pesanti sanzioni, inoltre, è importante chiudere correttamente la partita Iva. A tal proposito è bene sapere che nel caso in cui si tratta di una partita Iva intestata a una persona fisica si deve seguire una sola procedura. A prescindere che si tratti di un’attività con regime ordinario o forfettario. Entrando nei dettagli, come si evince dal sito dell’Agenzia delle Entrate:

“In caso di variazione di uno degli elementi indicati nella dichiarazione di inizio attività o se si deve chiudere la partita Iva, è necessario compilare il modello AA9/12 – pdf e presentarlo entro 30 giorni dalla data di variazione o cessazione attività all’Agenzia delle Entrate con le seguenti modalità:

  • tramite PEC specificando nell’oggetto “Variazione attività” o “Cessazione attività”. Il modello può essere sottoscritto con firma digitale; nel caso sia sottoscritto con firma autografa, è necessario allegare una copia del documento di identità del soggetto che firma il modello. […]

  • di persona (o tramite persona munita di delega) a un qualsiasi ufficio dell’Agenzia delle Entrate prenotando un appuntamento tramite la funzionalità Prenota un appuntamento

  • tramite raccomandata, allegando la copia di un documento d’identità del dichiarante in corso di validità, da inviare a un qualunque ufficio dell’Agenzia delle Entrate. Le dichiarazioni si considerano presentate nel giorno in cui risultano spedite”.

In caso di dubbi, comunque, si consiglia di rivolgersi ad un esperto del settore come ad esempio un commercialista oppure direttamente all’Agenzia delle Entrate.

In questo modo è possibile ottenere maggiori informazioni e consigli mirati tenendo conto della propria situazione personale.

Veronica Caliandro

In InvestireOggi.it dal 2022 si occupa di articoli e approfondimenti nella sezione Fisco. E’ Giornalista pubblicista.
Laureata in Economia Aziendale, collabora con numerose riviste anche su argomenti di economia e attualità. Ha lavorato nel settore del marketing e della comunicazione diretta, svolgendo anche attività di tutoraggio.

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