Il bonus IRPEF, che una volta si chiamava bonus Renzi e che di fatto è il trattamento integrativo che spetta ai lavoratori in busta paga o a conguagli, è una misura che prevede una riduzione dell’imposta sul reddito dei lavoratori dipendenti. Nasce per tutelare come imposta dovuta, i lavoratori con redditi bassi, ma finisce con l’essere appannaggio anche di lavoratori con redditi più elevati.
Sono le regole di applicazione di questo trattamento a essere alla base degli innumerevoli casi di lavoratori, che pur rientrando nelle fasce reddituali utili al bonus, non lo percepiscono.
“Salve, sono Angela e sono una contribuente che sta predisponendo la dichiarazione dei redditi per la sua famiglia. Io sono una casalinga mentre mio marito è un lavoratore dipendente di un’azienda del terziario. Lo scorso anno ho suggerito a mio marito di rinunciare al bonus IRPEF in busta paga per prenderlo tutto a conguaglio. Dalla CU di mio marito esce fuori un reddito di 22.000 euro circa con 2.400 euro di ritenute IRPEF. E risulta che il trattamento integrativo non è stato liquidato dal datore di lavoro. Ma proseguendo nella compilazione del modello 730 precompilato, alla fine non mi carica il bonus da 1.200 euro. Perché dal momento che abbiamo un reddito al di sotto dei 28.000 euro, non ho diritto al bonus?”
Come funziona il bonus IRPEF nel 730 e quando non spetta anche se sembrerebbe di sì
Ricapitolando, il bonus Irpef è un’integrazione del reddito, concessa ad alcune categorie di lavoratori dipendenti, fino a un massimo di 1200 euro annui.
Quali le fasce per il trattamento integrativo IRPEF?
Il bonus IRPEF spetta ai lavoratori dipendenti che hanno un reddito complessivo fino a 15.000 euro annui. Possono riceverlo anche lavoratori che hanno un reddito complessivo superiore a 15.000 euro ma non superiore a 28.000 euro. In questo caso c’è da superare una condizione aggiuntiva. Infatti il bonus è spettante a condizione che l’ammontare delle detrazioni per lavoro dipendente e per carichi di famiglia sia superiore all’imposta lorda dovuta. Dunque, il Bonus è variabile in base a due fattori.
Per chi ha redditi compresi tra 15.001 e 28.000 euro l’imposta lorda sui redditi deve essere superiore alle detrazioni spettanti per lavoro dipendente. E poi sempre l’imposta lorda deve essere inferiore alla somma di alcune detrazioni tra cui anche le spese sanitarie rateizzate, le spese per le ristrutturazioni, gli interessi sul mutuo, le detrazioni da lavoro dipendente e quelle per i carichi di famiglia. Il bonus non può superare i 1.200 euro, ed è commisurato alla differenza tra la somma delle detrazioni e l’imposta lorda.
Bonus IRPEF nel 730: ecco quando
Resta facoltà del lavoratore scegliere la modalità con cui ottenere il trattamento integrativo.
Non conoscendo gli altri eventuali redditi in possesso del lavoratore, il 730 serve a mettere a posto la situazione. Se il lavoratore ha ricevuto un bonus superiore a quello spettante, deve restituire la differenza all’Erario tramite il modello F24 che esce fuori proprio dal modello 730. Al contrario, se ne ha percepito uno inferiore, ha diritto a un credito d’imposta da utilizzare in compensazione o da richiedere a rimborso sempre tramite il modello 730. Lo stesso che accade a chi il trattamento integrativo IRPEF non lo ha ricevuto per niente.