Come funziona la novità che regala 5 anni di anticipo sulla pensione

La pace contributiva offre la possibilità di riscattare fino a 5 anni di contributi mancanti, agevolando l'accesso alla pensione
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2 settimane fa
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pace contributiva, riscatto fini a 5 anni
Foto © Pixabay

Arrivare alla soglia della pensione e scoprire di non avere abbastanza anni di contribuzione può diventare una preoccupazione significativa per molti lavoratori italiani. Tra i 64 e i 67 anni, per esempio, non riuscire a raggiungere i 20 anni di contribuzione necessari per la pensione di vecchiaia o per la pensione anticipata può creare difficoltà nella pianificazione della propria vita post-lavorativa. A risolvere questo problema interviene una misura importante reintrodotta nella Legge di Bilancio 2024: la pace contributiva.

Questa iniziativa permette ai lavoratori che non hanno maturato abbastanza contributi di recuperare fino a cinque anni mancanti, migliorando le proprie possibilità di accedere alla pensione.

Chi può riscattare fini a 5 anni di contributi

La pace contributiva, da non confondere con il riscatto della laurea. è uno strumento già sperimentato tra il 2019 e il 2021, in cui è stata introdotta inizialmente dal Decreto Legge n. 4/2019 (lo stesso che ha lanciato il Reddito di Cittadinanza e Quota 100). Dal primo gennaio 2024, la misura è stata riattivata per il biennio 2024/2025.

Chi può beneficiarne? La pace contributiva è riservata ai cosiddetti “contributivi puri,” ossia i lavoratori il cui primo accredito contributivo risale a dopo il 31 dicembre 1995. Questi lavoratori, se trovano delle lacune nel loro percorso contributivo, hanno l’opportunità di colmare fino a cinque anni di contributi attraverso il riscatto.

Come recuperare fino a 5 anni di contributi con la pace contributiva

Il processo per accedere alla pace contributiva richiede la presentazione di una domanda formale all’INPS. Una volta approvata, permette di riscattare i periodi di contribuzione mancanti, anche non consecutivi, che possono essere stati causati da periodi di disoccupazione, cambio di lavoro, o situazioni personali che hanno portato a interruzioni nella carriera. L’obiettivo è quello di raggiungere la soglia contributiva per l’accesso alla pensione senza doversi necessariamente estendere a molti anni oltre la soglia minima.

Questa misura può rivelarsi cruciale per coloro che, pur avendo raggiunto l’età per la pensione di vecchiaia o a cui mancano pochi contributi per la pensione anticipata ordinaria, non hanno ancora raggiunto i requisiti minimi di contribuzione.

Quando costa percorrere la strada

Uno degli aspetti da considerare è che la pace contributiva non è gratuita. Il costo del riscatto dei contributi viene calcolato in base alla media delle ultime dodici mensilità di retribuzione lorda del lavoratore, su cui si applica l’aliquota di contribuzione corrispondente al fondo pensionistico del lavoratore stesso. .

In merito alle modalità di pagamento: il riscatto dei contributi può essere saldato in un’unica soluzione. In alternativa può essere suddiviso in rate mensili, con un piano di pagamento che può estendersi fino a un massimo di dieci anni (120 rate mensili). Questa flessibilità offre un vantaggio a chi non ha la possibilità di sostenere immediatamente l’intera spesa.

L’importo versato per il riscatto dei contributi è deducibile fiscalmente, nei limiti stabiliti dalla normativa fiscale in vigore. Questo permette di alleggerire l’onere economico del riscatto.

La pace contributiva nel contesto pensionistico italiano

In un contesto in cui l’età pensionabile è un tema delicato, soprattutto per chi non ha una carriera lavorativa continuativa, la pace contributiva offre una via d’uscita per tanti lavoratori. Questo strumento è rivolto principalmente a coloro che si trovano in prossimità della pensione di vecchiaia o anticipata e desiderano completare il percorso contributivo senza ulteriori sacrifici.

L’Italia, come molti altri Paesi europei, sta affrontando una riforma costante del sistema pensionistico, con l’obiettivo di renderlo sostenibile di fronte ai cambiamenti demografici e all’invecchiamento della popolazione. In questo contesto, la pace contributiva può rappresentare un meccanismo di flessibilità che consente ai lavoratori di adattarsi ai requisiti pensionistici in maniera più agevole.

Riassumendo

  • La pace contributiva permette di riscattare fino a cinque anni di contributi mancanti.
  • Riservata ai “contributivi puri” con primo accredito dopo il 31 dicembre 1995.
  • La misura aiuta chi non ha raggiunto i 20 anni di contribuzione minima per la pensione vecchiaia oppure quella per la pensione anticipata
  • Il costo di riscatto è calcolato sulla media delle ultime 12 mensilità lorde.
  • Si può pagare in un’unica soluzione o in rate mensili fino a dieci anni.
  • Le spese di riscatto sono fiscalmente deducibili secondo la normativa fiscale vigente.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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