Non è ancora detto, ma Quota 103 potrebbe rappresentare la soluzione ideale delle pensioni anticipate anche per il 2024. A pochi giorni dalla ripresa del dibattito fra governo e sindacati sulla riforma delle pensioni, l’dea di prorogare di altri 12 mesi la misura non dispiace a nessuno. Se non altro perché non si riesce a trovare una soluzione alternativa per evitare il ritorno integrale delle regole Fornero.
Come ha recentemente detto il ministro dell’Economia Gianfranco Giorgetti, la manovra finanziaria (da 30 miliardi di euro) sarà complicata.
Quota 103 anche nel 2024
Quota 103 potrebbe quindi andare avanti di un altro anno senza toccare nient’altro all’assetto previdenziale. La misura che prevede la pensione anticipata a 62 anni di età con almeno 41 di contributi non costerebbe troppo. E di questi tempi sulle pensioni si sta cercando di contenere le spese il più possibile limitando le uscite anticipate. Anche perché le risorse a bilancio saranno assorbite anche nel 2024 dalla perequazione automatica per via dell’inflazione.
Stando alle previsioni, poi, Quota 103 sembra una soluzione ideale per lo Stato perché, grazie alla combinazione di due importanti fattori (il tetto massimo di pensione e il bonus Maroni), risparmia. Il pagamento della prestazione è infatti limitato a 2.840 euro al mese fino a 67 anni di età, il che fa desistere i lavoratori con redditi medio alti dal considerare l’uscita anticipata.
Ma c’è anche l’incentivo economico del governo che incide sul numero dei pensionamenti. Molti lavoratori dipendenti che maturano il diritto a Quota 103 possono infatti chiedere di restare al lavoro in cambio di un bonus, oltre allo stipendio, fino a 67 anni. In pratica, in base alla normativa, il datore di lavoro riconosce la propria quota contributiva direttamente in busta paga facendo salire la retribuzione mensile.
Come funziona la pensione anticipata a 62 anni
Ma ricordiamo al lettore come funziona Quota 103. La pensione anticipata per quest’anno è scatta al raggiungimento di 62 anni di età e 41 di contributi (la somma fa appunto 103). I requisiti devono essere raggiunti entrambi entro il 31 dicembre, salvo proroga da parte del Parlamento. Cosa che è allo studio da tempo.
La pensione si consegue a domanda dell’interessato, ed è liquidata col sistema retributivo e contributivo (misto). L’importo massimo erogabile, come detto, non può superare 5 volte il trattamento minimo che è di circa 2.840 euro al mese per il 2023.
La pensione è pagata in base al meccanismo delle finestre mobili dopo 3 mesi dalla maturazione dei requisiti per i lavoratori del settore privato (sia dipendenti che autonomi) e dopo 6 mesi per quelli del settore pubblico. Ad eccezione dei dipendenti del comparto scuola per i quali è prevista una unica finestra annuale il 1 settembre.
Quota 103 non cumulabile con redditi da lavoro
Come previsto per Quota 100 e Quota 102, il pensionato non può lavorare fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia. La rendita liquidata con Quota 103 non prevede la cumulabilità con redditi da lavoro. Fanno eccezione i redditi derivanti da lavoro autonomo occasionale di cui all’art. 2222 del Codice civile, nel limite di 5.000 euro annui lordi. L’Inps
Riassumendo…
- Quota 103 potrebbe essere prorogata anche al 2024.
- La spesa per lo Stato sarebbe molto contenuta rispetto ad altre riforme allo studio.
- Le domande Per Quota 103 finora sono state inferiori alle previsioni.
- Incentivi economici e divieto di cumulo con redditi da lavoro scoraggiano molti aventi diritto.