Come ottenere i diritti inespressi sulla pensione troppo bassa

Come controllare la propria pensione e capire se manca qualcosa a tal punto da poter poi passare a richiedere i diritti inespressi.
2 anni fa
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Anche l’INPS da anni ormai ha messo a disposizione dei pensionati strumenti digitali da utilizzare mediate le credenziali dei servizi di identità digitale. Parliamo degli ormai conosciutissimi strumenti quali lo SPID, la CIE o la CNS. O con il Sistema pubblico di identità digitale, o con la Carta di identità elettronica o ancora con la Carta nazionale dei servizi, un pensionato può accedere all’area riservata dell’INPS per ogni sua esigenza. Si può scaricare il cedolino della pensione, il proprio estratto conto dei contributi, la propria busta paga del pensionato (modello OBIS/M) e perfino comunicare con l’INPS.

Presente anche l’area delle notifiche, con i messaggi INPS e le lettere che una volta arrivavano per posta ordinaria e adesso arrivano telematicamente.

Proprio questo aspetto è quello che i pensionati dovrebbero meglio verificare. Perché la digitalizzazione delle comunicazioni dell’INPS ha aumentato i rischi di non essere aggiornati su determinati aspetti della propria pensione.

“Buonasera, sono Paola, pensionata da 530 euro al mese. Ho una pensione che non mi consente di andare avanti. Sento parlare di maggiorazioni e integrazioni di assegno, ma resto basita dal fatto che la mia pensione da anni sia così bassa. Secondo voi come posso fare per far lievitare questo importo della mia prestazione? Qualcuno mi dice che probabilmente c’è qualche errore nella liquidazione della mia pensione.”

Perché scaricare il modello OBIS/M è fondamentale per poter ottenere una pensione più alta

Non sempre è possibile conoscere tutte le regole che riguardano le modalità di calcolo della pensione da parte dell’INPS. Ed oggi queste difficoltà sono ancora maggiori proprio in virtù del fatto che molte delle cose che un pensionato può fare, sono digitali. Per esempio, da anni ormai per ottenere il modello OBIS/M, che altro non è che la busta paga del pensionato, il pensionato ha solo due vie.

O si deve rivolgere al proprio patronato, che opera tramite delega dello stesso pensione. Oppure deve munirsi di quelle credenziali di accesso ai servizi digitali dell’INPS, e scaricarlo da solo.

Il modello OBIS/M diventa fondamentale per capire da cosa è composta la propria pensione. Nel modello ci sono tutte le voci che riguardano la pensione, dal trattamento lordo al netto percepito con il rateo. Trattenute sindacali, eventuali cessioni del quinto, trattenute IRPEF ed eventuali maggiorazioni e integrazioni al trattamento minimo.

Prima il modello arrivava per posta e il pensionato ogni inizio anno poteva verificare la sua situazione. Oggi invece come detto serve altro perché il modello non arriva a casa del pensionato. E se sulla pensione manca qualcosa? ecco che è fondamentale andare a scaricare il modello e provvedere a un controllo della propria pensione. Perché così nasce la problematica dei diritti inespressi.

Come ottenere i diritti inespressi sulla pensione troppo bassa

Per diritti inespressi si fa riferimento a una serie di somme aggiuntive sulla pensione che, anche se un pensionato ne ha diritto, non vengono versate dall’INPS. E non per colpa dell’Istituto Previdenziale. Infatti, sono somme aggiuntive e prestazioni che il pensionato deve richiedere per poterle ricevere. Quindi, controllando il modello OBIS/M, se un pensionato si rende conto che qualcosa manca, può provvedere a mettere a posto la situazione. Finendo anche con il godere di eventuali arretrati. Infatti se tali diritti risultavano a vantaggio del pensionato già negli anni precedenti, oltre a far incrementare l’assegno nell’immediato, si può ottenere l’aumento anche per gli anni precedenti. E il periodo di arretrati fruibile a partire dalla data della richiesta va a ritroso di ben 5 anni. Infatti un diritto si può recuperare fino a 5 anni indietro. Limite oltre il quale si va a finire nella prescrizione.

Alcuni esempi di diritti inespressi

Un diritto inespresso può essere quello che un pensionato perde nonostante alcune condizioni reddituali proprie sono cambiate. Ammettiamo che un pensionato abbia ottenuto la pensione alla data di decorrenza, in base a dei redditi da lui stesso detenuti che lo escludevano dalla maggiorazione sociale. Se dopo la decorrenza della pensione la situazione reddituale è cambiata, evidente che ciò a cui il pensionato non aveva diritto, oggi può essere esattamente l’opposto. Lo stesso può valere per contributi versati e non utilizzati per la liquidazione della pensione, oppure per gli assegni familiari che spettano se il coniuge oggi diventa a carico del pensionato e non lo era alla data di decorrenza della pensione. Infatti i diritti inespressi possono riguardare gli aumenti sociali della pensione, la quattordicesima, gli ANF e le integrazioni al trattamento minimo.

Domanda di ricostituzione della pensione

Per mettere a posto la propria pensione e godere di quei diritti precedentemente non richiesti, l’unica via è quella della domanda di ricostituzione della pensione. Anche per questa domanda occorre utilizzare i canali telematici. La possibilità di rivolgersi ad un patronato resta fruibile. In alternativa, con gli strumenti citati in premessa, si può fare tutto da soli nella propria area riservata del sito dell’INPS.

La domanda da utilizzare è quella della ricostituzione, che il sito dell’INPS definisce come lo strumento che “consente la rideterminazione dell’importo di pensione, entro termini stabiliti da specifiche disposizioni di legge, per effetto di riconoscimento di contribuzione (figurativa, obbligatoria, da riscatto) versata o maturata in data anteriore a quella di decorrenza della pensione medesima”. La ricostituzione può essere effettuata per motivi contributivi o per motivi reddituali. Cioè quando ci sono altri contributi da conteggiare o quando sono cambiate alcune condizioni del reddito del pensionato.

Anche i sindacati spingono al controllo

Spesso i sindacati avviano campagne di sensibilizzazione riguardo alla possibilità di avviare controlli sulla pensione partendo dall’eventualità di recuperare i diritti inespressi.

Proprio per carenza di informazioni che ormai arrivano a casa del pensionato, i sindacati spingono al controllo. Ed è proprio quello che noi suggeriamo alla nostra lettrice. Magari se vuole, può rivolgersi ad un patronato per scaricare la sua busta paga da pensionata. In questo modo può verificare da cosa è composta la sua pensione, tanto come voci attive che passive. E nel caso in cui noti qualche incongruenza a livello di importi e di prestazioni, può avviare la pratica come prima detto.

 

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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