Anche i pensionati possono chiedere prestiti di denaro. La procedura è analoga a quella prevista per i lavoratori dietro cessione del quinto della retribuzione. In questo caso, della rendita mensile.
I prestiti sulle pensioni sono disciplinati dall’art. 13 del decreto legge n.80 del 14 marzo 1980. Sulla scorta di questa normativa l’Inps ha stabilito modalità e regole per la concessione di prestiti bancari ai propri assistiti.
Come si ottiene il prestito sulla pensione
Per ottenere il prestito sulla pensione, l’interessato deve recarsi in banca o presso l’intermediario finanziario e portare con sé la comunicazione di cedibilità rilasciata dall’Inps.
Questo documento è indispensabile affinché l’Inps possa versare alla banca o all’intermediario finanziario le rate del prestito trattenendole mensilmente dall’assegno di pensione. Senza la comunicazione di cedibilità rilasciata dall’Inps è impossibile ottenere il finanziamento.
Le rate possono essere pagate cedendo fino ad un quinto della pensione e la durata del contratto di prestito non può superare i 10 anni. Sono escluse dal prestito le pensioni e gli assegni sociali, gli assegni per gli invalidità civile e, in genere, tutte le prestazioni di natura assistenziale.
La quota cedibile
Non tutta la pensione è cedibile ai fini del prestito. La legge, a tutela dei pensionati, stabilisce dei limiti al di sotto dei quali non si può andare. Si può cedere fino a un quinto della rata mensile e l’importo è calcolato al netto delle imposte.
In ogni caso non si può scendere al di sotto dell’importo previsto dal trattamento minimo che è di 524,35 euro al mese riferito al 2022. Ne deriva che i trattamenti pensionistici integrati al minimo non possono essere oggetto di cessione.
Fra le altre tutele previste dalla legge, il tasso applicato al prestito non deve essere superiore il tasso soglia anti-usura.