Come ottenere una pensione più alta per il resto della vita con la giusta domanda all’INPS

Prendere una pensione più alta per il resto della vita con la giusta domanda all'INPS ma rinunciando agli arretrati.
1 giorno fa
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Come ottenere una pensione più alta per il resto della vita con la giusta domanda all'INPS
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Ci sono tante piccole regole del sistema previdenziale italiano che, se sapute sfruttare, consentono effettivamente di godere di alcune notevoli agevolazioni quando si tratta di andare in pensione. Oggi, per esempio, analizziamo un vantaggio che possono avere determinate lavoratrici. Queste nel momento in cui, a 67 anni di età, si accingono ad andare in pensione con la quiescenza di vecchiaia.

Le regole di calcolo della pensione sono l’oggetto del nostro approfondimento quotidiano. Che, come vedremo, con tanti esempi pratici, può consentire di percepire delle pensioni nettamente migliori rispetto a quelle che normalmente si arriverebbe a percepire.

Come ottenere una pensione più alta per il resto della vita con la giusta domanda all’INPS

Le regole di cui parliamo oggi riguardano le pensioni delle lavoratrici, ma solo se ricadono interamente nel sistema contributivo.

Questa è la condizione in cui si trova una nostra lettrice che ci chiede assistenza.

“Buongiorno, sono Sofia, lavoratrice di quasi 67 anni di età, che ha completato i vent’anni di contributi versati. E che quindi deve andare in pensione di vecchiaia quest’anno. Proprio alla luce di tutto questo, mi chiedevo se potevate darmi una mano a sfruttare tutte le regole del sistema previdenziale. Ciò in modo da poter percepire la pensione che effettivamente mi spetta, senza lasciare nulla di intentato. Ve lo chiedo perché ho letto tanti vostri articoli riguardo a dei vantaggi che donne, lavoratrici e madri possiamo sfruttare. Ho lavorato ininterrottamente dal 2004 a oggi, ho avuto 4 figli e sono sposata con un già pensionato di 70 anni che riceve un trattamento di circa 1.000 euro al mese. In base ai dati che ho fornito, potete suggerirmi qualcosa?”

Pensioni per le lavoratrici che rientrano nel sistema contributivo, ecco le regole

La nostra lettrice è una di quelle che ricadono in una particolare dottrina normativa sulle pensioni che, come vedremo, può offrirle alcuni vantaggi a sua libera scelta. Essendo una lavoratrice e madre, e avendo iniziato a versare contributi dopo il 1995, deve essere considerata in maniera agevolata per quanto riguarda il calcolo della pensione.

Potrà scegliere tra due strade diverse che, in entrambi i casi, le permetteranno di avere un trattamento pensionistico aumentato.

  1. Pensione più bassa con arretrati da percepire immediatamente.
  2. Pensione calcolata in modo nettamente migliore rinunciando agli arretrati.

Non è la prima volta che in materia pensionistica si sente parlare di scelta, una sorta di baratto a cui molti contribuenti sono assoggettati. Baratto forse è una parola troppo forte, ma effettivamente è così.

Perché, diverse volte nel sistema, un contribuente può essere chiamato a scegliere tra una pensione anticipata e una pensione migliore. Non fa eccezione la quiescenza di vecchiaia se la guardiamo dal punto di vista di contribuenti nella situazione della nostra lettrice.

Quiescenza di vecchiaia tra arretrati, importi migliori e figli avuti

Una lavoratrice a 67 anni con 20 anni di contributi può andare in pensione con la quiescenza di vecchiaia, ma se ha il primo accredito contributivo dopo il 31 dicembre 1995, deve anche raggiungere un importo non inferiore all’assegno sociale.

Tuttavia, chi ha il primo versamento successivo al 31 dicembre 1995 può anche godere del vantaggio di una pensione anticipata come decorrenza. Questo vantaggio permette di anticipare il pensionamento senza dover necessariamente aspettare i 67 anni. Ma chi non ha sfruttato questo vantaggio, rinviando comunque la pensione al compimento dei 67 anni di età, può comunque richiedere il beneficio della decorrenza anticipata.

La decorrenza anticipata prevede uno sconto di 4 mesi per ogni figlio avuto, fino a un massimo di 16 mesi per le madri con 4 o più figli. In sostanza, la nostra lettrice, che ha ormai 67 anni, potrà chiedere all’INPS la corresponsione di 16 mesi di arretrati perché avendo avuto 4 figli, avrebbe potuto avere diritto di uscire a 65 anni e 8 mesi. Questo diritto è nato nel 2025, poiché fino al 2024 lo sconto massimo arrivava a 12 mesi per le lavoratrici con 3 o più figli. La nostra lettrice ha diritto a questi arretrati.

Pensione più alta o pensione che parte prima?

C’è un altro vantaggio da sfruttare, alternativo a quello degli arretrati, che riguarda il calcolo della pensione. Chi non sceglie gli arretrati può chiedere, in sede di presentazione della domanda di pensione di vecchiaia ordinaria, il calcolo della pensione con il coefficiente maggiorato.

Questo significa che si può richiedere il calcolo più favorevole, sempre in base ai figli avuti. Se il vantaggio degli arretrati guarda al passato, quello attuale guarda al futuro. Chi ha avuto uno o due figli può ottenere la pensione a 67 anni ma calcolata con il coefficiente di 68 anni. Ad esempio, un montante contributivo di 200.000 euro che a 67 anni con un coefficiente del 5,608% genera una pensione di 11.216 euro annui, mentre con un coefficiente di 5,808% a 68 anni genera una pensione di 11.616 euro annui.

Significa circa 31 euro in più al mese di pensione per il resto della vita. Se la lavoratrice ha più di 3 figli, il montante da 200.000 euro dovrebbe essere calcolato con il coefficiente di 6,024% per 69 anni, generando una pensione di 12.048 euro annui, ovvero 64 euro in più al mese uscita a 67 anni ma con pensione calcolata come se avesse 69 anni.

Ecco i calcoli che devono far riflettere le lavoratrici

La scelta spetta a chi lascia il lavoro. Se effettivamente bisogna scegliere, sono le singole esigenze a dettare le regole. Va considerato un aspetto molto importante che tira dentro gli arretrati e i coefficienti. Sfruttare la decorrenza anticipata e prendere gli arretrati equivale, in termini di calcolo, a una pensione liquidata con un coefficiente più basso. Questo è inevitabile. Chi esce a 67 anni, ma, con 3 figli avuti, chiede la decorrenza dal compimento dei 66 anni, avrà una pensione calcolata con il coefficiente di 66 anni (5,423%).

Considerando sempre l’esempio di prima, con un montante di 200.000 euro, la diretta interessata riceverebbe una pensione di 10.846 euro annui. Significa che, pur percependo 10.846 euro di arretrati avendo diritto a 12 mesi (con tredicesima) di ratei pregressi, perde 1.202 euro all’anno.

Ciò rispetto al calcolo con il coefficiente di 69 anni se rinuncia alla decorrenza anticipata.

In circa 9 anni, il vantaggio degli arretrati è perduto, assorbito da una pensione inferiore rispetto a quella che si sarebbe potuta ottenere rinunciando al vantaggio.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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