È possibile pagare meno di bollette se sei single o una coppia senza figli? Come canta Daniele Silvestri con il brano Argento vivo: “Io che ero argento vivo, signore. Io così agitato, così sbagliato da continuare a pagare in un modo esemplare”.
Tutti quanti noi abbiamo dei conti da pagare. Alcuni di questi sono così irrilevanti da non avere alcun tipo di conseguenza. Altri, invece, possono avere un impatto consistente sulla nostra stessa esistenza.
Basti pensare alle bollette per la fornitura di energia elettrica e gas che devono essere necessariamente pagate. In caso contrario, infatti, non è possibile beneficiare dei relativi servizi.
Proprio le bollette, come ben sappiamo, sono una delle spese che più incidono negativamente sul bilancio delle famiglie, andando a ridurre notevolmente il potere di acquisto. Al fine di aiutare le famiglie economicamente più in difficoltà, pertanto, il governo mette a disposizione delle misure ad hoc.
Come pagare meno di bollette se sei single o una coppia senza figli
Come si evince dall’articolo numero 1 del decreto legge numero 19 del 28 febbraio 2025, al fine di garantire un valido aiuto contro il caro bollette, il governo ha introdotto “un contributo straordinario del valore di 200 euro sulle forniture di energia elettrica dei clienti domestici” che hanno un Isee inferiore a quota 25 mila euro.
Tale contributo una tantum, è bene sottolineare, viene riconosciuto a tutti coloro che presentano un valore dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente rientrante nella soglia poc’anzi citata, a prescindere dal numero dei membri del nucleo famigliare. Ne consegue che possono farne richiesta tutti, comprese le persone single e le coppie senza figli.
I soggetti aventi diritto inoltre, è bene sapere, non devono presentare alcun tipo di richiesta.
L’importante è presentare la DSU, necessaria per il rilascio della certificazione Isee. Solo in questo modo d’altronde, è possibile permettere alle autorità competenti di accertare chi siano i soggetti beneficiari. Ma non solo, è fondamentale che sul contratto di fornitura risulti il nominativo di uno dei soggetti indicati nel nucleo familiare dell’Isee.
Se il contratto risulta essere intestato ad un altro soggetto, come ad esempio il proprietario dell’immobile in locazione, allora il contributo non viene riconosciuto.
Bonus sociale per disagio economico, occhio alle differenze
È importante non confondere il contributo straordinario una tantum da 200 euro con il bonus sociale per disagio economico. Il primo, come già detto, viene riconosciuto a tutti, a patto di rispettare i parametri Isee. Tale misura si va ad aggiungere, appunto, al bonus sociale che, a sua volta, presenta dei requisiti diversi.
Entrando nei dettagli, come riportato sul sito dell’Arera, il bonus sociale è riconosciuto ai nuclei familiari con massimo tre figli a carico e Isee inferiore a 9.530. Ne hanno diritto anche le famiglie numerose con almeno quattro figli a carico e Isee inferiore a 20 mila euro. In particolare, deve essere ricordato:
“Il valore del bonus sociale elettrico è quantificato dall’Autorità. Il valore annuale dipende dal numero di componenti del nucleo familiare indicati nella DSU, e lo sconto applicato è uguale ogni mese (per i 12 mesi dell’anno in cui il cliente ne ha diritto). Il cliente trova quindi in ogni bolletta lo stesso sconto (es. se la fattura è emessa ogni 2 mesi, e lo sconto mensile è pari a 15 euro, in ogni bolletta troverà 30 euro di riduzione per bonus sociale).
Le due misure sono compatibili tra loro.
A conti fatti, pertanto, coloro che hanno un Isee fino a 9.530 euro si vedono riconoscere un contributo più alto rispetto a chi ha un Isee compreso tra 9.530 euro e 25 mila euro. In caso di dubbi, comunque, si invita a consultare il sito dell’Arera per ottenere maggiori informazioni in merito.