Vediamo come portare in detrazione i contributi restituiti al datore di lavoro. E questo, in particolare, facendo leva sulle istruzioni che sono state fornite direttamente dall’AdE. Precisamente, con una risposta ad interpello dell’Agenzia delle Entrate.
In particolare, su come portare in detrazione i contributi restituiti al datore di lavoro, si tratta della risposta ad interpello numero 117 del 2022. Avente ad oggetto il ‘recupero dei contributi da eccedenza massimale‘. Nonché le diffide che sono state notificate in merito dall’INPS ai datori di lavoro.
Come portare in detrazione i contributi restituiti al datore di lavoro: istruzioni AdE
Nel dettaglio, su come portare in detrazione i contributi restituiti al datore di lavoro, le istruzioni AdE sono ben chiare. Precisando che si tratta di deduzione. E non di detrazione dal reddito complessivo al pari degli altri contributi previdenziali che sono obbligatori.
In particolare, su come portare in deduzione i contributi restituiti al datore di lavoro, il periodo di imposta di riferimento per la deducibilità fiscale è quello riconducibile al periodo di imposta in corrispondenza del quale c’è stato il versamento.
Istruzioni AdE sui contributi previdenziali, a valere è il principio di cassa
Su come portare in deduzione i contributi restituiti al datore di lavoro, il criterio da applicare è quindi quello che è rappresentato dal principio di cassa. Visto che il periodo di fruizione, come sopra detto, deve coincidere con l’anno di imposta relativo al versamento.
La questione relativa a come portare in detrazione i contributi restituiti è di attualità. In quanto tanti datori di lavoro hanno sbagliato. Con la conseguenza che, da parte dell’INPS si sono poi visti recapitata una lettera di diffida. Proprio al fine di sanare la posizione relativa al recupero delle omissioni contributive. Così come previsto, nella fattispecie, dalla legge n. 335/1995. Che non è altro che la riforma Dini.