Anticipare la pensione comporta un taglio delle prestazioni che perdura fino al raggiungimento dell’età per la pensione di vecchiaia. Questa situazione è attualmente in vigore per i beneficiari dell’Ape sociale, una misura accessibile a partire dai 63 anni e 5 mesi, ma con diverse restrizioni significative fino ai 67 anni di età. Analogamente, una proposta simile era stata avanzata in passato per la riforma del sistema pensionistico.
Pasquale Tridico, ex Presidente dell’INPS, aveva proposto una versione particolare di pensionamento anticipato: un trattamento anticipato liquidato in quota e penalizzato per tutti gli anni di anticipo.
Come prendere la pensione col reddito ponte a 63 anni fino a 1.500 euro al mese
Chi accede all’Ape sociale può ritirarsi dal lavoro già dai 63 anni e mezzo, o come previsto fino allo scorso anno, a partire dai 63 anni. Questa misura richiede un minimo di 30 o 36 anni di contributi, a seconda della categoria di appartenenza: 30 anni per invalidi, caregiver e disoccupati, o 36 anni per chi ha svolto lavori gravosi.
Chi si ritira con l’Ape sociale, fino al 2023, riceve una pensione che non supera i 1.500 euro al mese, senza la tredicesima mensilità, risultando così inferiore a quella che avrebbe potuto percepire.
Inoltre, l’importo della pensione non varia nel tempo poiché non è indicizzato all’inflazione annuale, a differenza di altre prestazioni pensionistiche. In aggiunta, chi riceve l’Ape sociale non può percepire assegni per il nucleo familiare o maggiorazioni sociali. E la prestazione non è reversibile in caso di decesso prematuro del beneficiario.
Chiaramente, non si tratta di una pensione classica. Ma di un trattamento di sostegno fino al raggiungimento dell’età per la pensione ufficiale a 67 anni.
Prestazioni con tagli temporanei: un approccio proposto
La proposta di Pasquale Tridico prendeva spunto da scenari simili a quelli dell’Ape sociale, proponendo una pensione anticipata con reddito ponte, ma temporaneamente penalizzata. L’idea era di offrire la pensione anticipata già a partire dai 62 o 63 anni, anche con soli 20 anni di contributi.
Questa pensione sarebbe stata calcolata solo con il metodo contributivo. Risultando quindi penalizzante rispetto a quella piena che il pensionato avrebbe percepito. A differenza di altre proposte che prevedono un calcolo interamente contributivo, quella di Tridico prevedeva un taglio temporaneo fino al raggiungimento dei 67 anni.
Come per l’Ape sociale, anche in questo caso, una volta raggiunti i 67 anni, il beneficiario vedrebbe ricalcolata la propria pensione. Includendo anche la quota retributiva.