Come prendere l’assegno di inclusione dopo il reddito di cittadinanza, ecco le ultime notizie

Cosa cambia e per chi nel passaggio dal reddito di cittadinanza al nuovo assegno di inclusione previsto dal decreto Lavoro per il 2024.
1 anno fa
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Il decreto Lavoro è stato licenziato positivamente dal Senato della Repubblica. Adesso il testo è atteso dalla Camera dei Deputati. Dopo l’ok di palazzo Madama, domani si attende il via libera di Montecitorio. La cosa più attesa di questo atto è senza dubbio l’assegno di inclusione. Parliamo della nuova misura di contrasto alla povertà che dal primo gennaio 2024 dovrebbe prendere il posto del reddito di cittadinanza. Una misura che in base a ciò che si legge nel testo del decreto Lavoro, sarà a platea più contenuta rispetto al reddito di cittadinanza.

Anche se grosso modo ricalcherà in maniera abbastanza simile la precedente misura, sia come importi che come struttura. Ma come dicevamo, la platea sarà più contenuta rispetto alla misura odierna. E speranze di cambiamento non esistono dato il voto di fiducia che il governo ha deciso di apporre. Ma cosa significa platea ridotta e come funzionerà la muova misura?

“Buonasera, sono un uomo di 58 anni con una moglie di 62 anni. Non abbiamo pensioni e lavoro e con noi vive anche mio figlio di 20 anni. Oggi prendiamo il reddito di cittadinanza. E credo che per la presenza di mia moglie, over 60, mi metta al riparo dallo stop del sussidio a luglio. Ma mi spiegate cosa dovrò fare a gennaio con l’assegno di inclusione?”

Assegno di inclusione 2024, ecco la nuova misura di contrasto alla povertà che sostituisce il reddito di cittadinanza

L’assegno di inclusione nato con il decreto Lavoro, sarà una misura che dal 1° gennaio 2024 verrà erogato a diverse famiglie italiane. Si tratta però di nuclei familiari con al loro interno componenti disabili, minori o soggetti sopra i 60 anni di età. Evidente che si tratta di una delimitazione netta della platea dei potenziali aventi diritto alla nuova misura. Perché si parla di famiglie in condizioni di fragilità, e diverse da quelle composte solo da persone con 18 anni di età già compiuti e fino a 60 anni di età ancora da compiere.

Resta inteso che dal 1° gennaio 2024, il reddito di cittadinanza sarà sostituito dall’assegno di inclusione. La misura avrà un lato prettamente assistenziale, con tanto di beneficio economico da concedere a queste famiglie. E poi avrà un lato di politica attiva, con un percorso personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa dei beneficiari.

Come funzionerà il nuovo assegno di inclusione

Come si legge anche sul Sole 24 Ore, potranno accedere al nuovo benefit i nuclei familiari con un ISEE inferiore a 9.360 euro e un reddito familiare inferiore a 6.000 euro. Naturalmente il reddito familiare va commisurato alla composizione del nucleo familiare e quindi collegato alla scala di equivalenza prevista. Una novità sulla scala di equivalenza però riduce ancora di più i potenziali beneficiari. Infatti nel novero dei componenti un nucleo familiare che incidono sulla scala di equivalenza, non ci saranno più i componenti attivabili al lavoro e quindi di età compresa tra i 18 ed i 60 anni. In pratica un nucleo familiare composto da due over 60 prenderà la stessa cifra di reddito di cittadinanza e dovrà non superare il predeterminato reddito familiare, di una famiglia composta da due over 60 e due ventenni per esempio. Oggi invece la seconda famiglia di reddito di cittadinanza prende di più della prima perché composta da 4 soggetti rispetto ai 2 del primo nucleo familiare.

I requisiti generali della nuova misura di contrasto alla povertà per gennaio 2024

ISEE e reddito familiare, composizione del nucleo familiare ma non solo. I requisiti della nuova misura sono diversi. E molti sono generali. Infatti bisogna avere la cittadinanza italiana, oppure di uno stato membro dell’Unione europea o del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, o di paesi terzi con permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo, o con lo status di protezione internazionale.

E poi bisogna risultare residenti in Italia da almeno cinque anni, di cui gli ultimi due anni in modo continuativo.

 

Importi, cifre e tutto quello che c’è da sapere sull’assegno di inclusione

L’importo che erogherà l’assegno di inclusione sarà lo stesso del reddito di cittadinanza. Quindi 500 euro al mese moltiplicati per la scala di equivalenza fino a un massimo di 2,2 (si può salire a 2,3 nel caso di disabili gravi). La scala di equivalenza in genere resterà la stessa di prima, ovvero 1 per un componente, 0,5 per ogni componente disabile, 0,4 per altri componenti over 60, 0,15 per minori fino a 2 anni di età e 0,10 per minori sopra 2 anni e fino a 18 anni non ancora compiuti. Come evidenza vuole, vengono meno i coefficienti aggiuntivi della scala di equivalenza per soggetti sopra i 18 anni e fino a 60 anni di età non compiuti. Che non incideranno più sul valore dell’assegno di inclusione erogato.

Obblighi nuovi tanto per gli occupabili che per i non occupabili

L’assegno avrà una durata di 18 mesi e può essere rinnovato per 12 mesi. Tra un rinnovo e l’altro, resta sempre la pausa di un mese. Se nelle famiglie che beneficiano del sussidio, ci sono componenti che trovano lavoro temporaneo fino alla soglia dei 3.000 euro lordi di stipendio, non influiranno sull’ammontare dell’assegno di inclusione percepito. Se per il reddito di cittadinanza bastava la domanda, ed eventualmente la sottoscrizione del patto di lavoro presso i centri per l’impiego, per l’assegno di inclusione ci sarà un adempimento aggiuntivo. Bisognerà infatti iscriversi alla piattaforma del “Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa“. Probabilmente ci sarà da sottoscrivere questo patto di attivazione digitale entro 4 mesi dall’ingresso tra i beneficiari dell’assegno di inclusione. E poi ogni 90 giorni ci sarà da aggiornare la posizione. Le sedi per questi adempimenti dovrebbero essere i patronati, oppure i servizi sociali comunali.

I chiarimenti riguardo questi aspetti arriveranno probabilmente solo a misura approvata definitivamente ed entrata in funzione. Per gli occupabili, nulla cambia e la sottoscrizione del patto di lavoro, la risposta alle convocazioni dei centri per l’impiego e le partecipazioni alle iniziative per loro messe a punto dal programma, saranno da espletare obbligatoriamente.

 

 

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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