Il problema dei problemi di un sistema previdenziale che va inevitabilmente modificato e corretto è quello delle pensioni troppo basse. Infatti sono milioni gli italiani, ex lavoratori e adesso pensionati, che percepiscono una pensione di importo troppo basso per essere considerata dignitosa. Il sistema offre soluzioni atte ad incrementare l’importo degli assegni, ma oltre ad essere insufficienti, costringono il pensionato che ne avrebbe diritto ad un adempimento. Alcune possibilità ci sono però. Ed il come prendere oltre 130 euro in più al mese sulla pensione già a 65 anni di età è l’oggetto della nostra risposta ad un quesito di una nostra lettrice.
“Gentile esperto, vi chiedo un consiglio su come posso fare per prendere soldi in più di pensione. Mi sembra strano che con oltre 25 anni di contributi versati, la mia pensione sia ferma a poco più di 500 euro al mese. Nella mia vita ho avuto per 25 anni un’attività ricettiva, cioè un bar. Sapevo già che i contributi versati come lavoratore autonomo erano scarni rispetto a quelli che versa un lavoratore dipendente. Però non mi sarei mai aspettata che producessero una pensione così bassa. Se non sbaglio quando sono andata in pensione c’erano quattro anni di lavoro svolti presso il mio Comune di residenza con contratti di quattro mesi per volta. Potrebbero servire? Premetto che sono single da sempre ed ho 68 anni di età.
La pensione troppo bassa e come sfruttare le maggiorazioni sociali
La situazione della nostra lettrice probabilmente riguarda un numero altisonante di pensionati in Italia. Un numero elevato perché sono tanti i pensionati con assegni che a mala pena arrivano a 500 euro al mese. Tralasciando per il momento il caso specifico della lettrice che ha dichiarato che probabilmente ci sono dei contributi inutilizzati per il calcolo della prestazione, una possibilità potrebbe essere la maggiorazione sociale.
Perché esistono le maggiorazioni sociali sulle pensioni
Quando una pensione è troppo bassa l’INPS interviene aggiungendo dei soldi e lo fa con l’istituto delle maggiorazioni sociali. Si tratta di soldi che vanno ad incrementare il trattamento pensionistico base. Per godere delle maggiorazioni sociali però non basta avere una pensione bassa perché è necessario anche rientrare in determinate fasce reddituali. Non avendo altri redditi oltre a quelli della pensione, la nostra lettrice potrebbe verificare con l’INPS se ha diritto a questa maggiorazione.
Come funziona la maggiorazione sociale
Detto che per maggiorazione sociale si intende un trattamento aggiuntivo sulla pensione per chi non gode di un assegno di importo elevato, va detto che tale misura riguarda i pensionati che hanno già compiuto 60 anni di età. La maggiorazione sociale prescinde da un eventuale integrazione al trattamento al minimo di cui un pensionato può essere titolare. La maggiorazione parte da un importo di 25,83 euro per pensionati fino a 65 anni di età non compiuti. Man mano che sale l’età sale l’importo della maggiorazione teoricamente spettante. Fino ai 60 anni infatti l’incremento è pari a 82,64 al mese. Per gli over 70 l’importo aggiuntivo maggiore pari a 136,44 euro.
Come godere della maggiorazione piena già a 65 anni di età
Queste soglie anagrafiche però sono variabili perché c’è un abbuono di un anno di età per ogni cinque anni di contribuzione. E dal momento che la nostra lettrice ha 25 anni di contributi versati, nonostante i 68 anni di età potrebbe avere diritto alla maggiorazione massima di 136,44.
La maggiorazione sociale non è automatica
Se la quattordicesima mensilità che viene erogata a luglio è automatica, la maggioranza sociale non lo è. In pratica deve essere il pensionato a produrre istanza all’INPS. La domanda deve essere presentata seguendo i canali telematici del sito dell’Istituto. Può essere fatta anche da soli utilizzando le credenziali di accesso Spid, Cie o Cns. In alternativa c’è sempre il canale offerto da patronati e CAF. La nostra lettrice quindi dovrebbe provvedere a richiedere questa maggiorazione. Inoltre nel caso specifico potrebbe anche verificare se effettivamente quei quattro anni di contributi versati ad una cassa previdenziale diversa da quella dell’Inps quando lavorava per il proprio Comune, possono tornare utili per incrementare la prestazione previdenziale. In genere bisognerebbe optare per la domanda di ricostituzione della pensione o al massimo di ricostruzione della posizione assicurativa. Strumenti questi, utili per rendere validi al calcolo dell’assegno anche quegli anni contributi versati.