Ancora dubbi e incertezze, oltre che problematiche di varia natura accompagnano una delle misure principali che sono state partorite in questi anni dal nostro Governo. Parliamo del Superbonus del 110%, che adesso sembra che diventerà un Superbonus al 90%. La misura nasce per favorire le opere di ristrutturazione degli immobili e per rilanciare il settore dell’edilizia e dintorni, presenta alcuni problemi non ancora risolti. Soprattutto per quanto riguarda lo strumento della cessione del credito.
“Buongiorno, so che il termine per la richiesta del 110% è scaduto il 25/11/2022, espongo il mio problema.
Vivo in un piccolo condominio di 4 alloggi di cui siamo proprietari. E’ stato dato mandato a un geometra per le pratiche per ottenere il superbonus, il quale ha fatto fare, dietro pagamento anticipato della parcella relativa, l’analisi di fattibilità per confermare il salto di due classi energetiche.
Dal 2021 data inizio pratica di fattibilità, non ha presentato nessuna richiesta al Comune né fatto altro.
Essendo lavori abbastanza importanti economicamente, era stata fatta domanda per la cessione del credito.
Quando abbiamo sollecitato aggiornamenti sulla nostra pratica, ha sempre risposto che le banche avevano chiuso i rubinetti dei finanziamenti e che quindi bisognava attendere nuova liquidità. E’ possibile riavere il rimborso per l’importo che è stato pagato per la pratica di fattibilità e passare il tutto ad altra ditta che si occupi della gestione dei lavori? Adesso si parla del 90% e per noi resterebbe comunque conveniente procedere con i lavori con il superbonus nel 2023 ma non con lui a questo punto.”
Superbonus 110%, cosa cambia adesso?
Il superbonus al 110%, dovrebbe trasformarsi in un altrettanto superbonus, ma solo al 90%. Diventa meno conveniente ristrutturare casa ma come dimostra il nostro lettore il beneficio resta ancora molto elevato. Purtroppo, oltre alle presunte problematiche relative all’aumento dei prezzi di queste opere, che derivano da una altrettanto presunta speculazione da parte dei diretti interessati, la misura non ha lesinato problemi. Troppe ditte che effettuano questi lavori, hanno esagerato. Pur di prendere un lavoro e aprire un cantiere, hanno accettato cessioni del credito superiori alle loro possibilità. E anche le banche hanno fatto lo stesso salvo tirare il freno adeso. E il nostro lettore parla proprio di uno stop all’avanzamento della pratica che il suo geometra carica alla banca che ha detto di attendere ulteriore liquidità.
Non tutti i contribuenti hanno potuto fare tutto da soli evitando sconti in fattura e cessione del credito
Sicuramente la via che ha dato meno problemi da questo punto di vista è stata quella dei lavori a completo carico del contribuente. Si tratta della via con detrazioni fiscali spalmate in più annualità di dichiarazioni dei redditi. Ma è altrettanto vero però che questa procedura tra quelle disponibili è tra le meno usate. Anche perché cessione del credito e sconto in fattura sono soluzioni che hanno permesso ad un contribuente privo della liquidità necessaria, per anticipare i costi di tutte le operazioni, di sfruttare il bonus. Ma anche le due vie più utilizzate dai soggetti incapienti o presunti tali. Infatti si parla della possibilità di detrarre cifre ingenti in più annualità di 730 per esempio. Detrazioni dalle tasse che solo chi aveva una alta esposizione Irpef ha potuto sfruttare in pieno. Il superbonus che restituisce al contribuente il 110% dell’ammontare totale dei lavori non lo fa in soldi liquidi naturalmente, ma sotto forma di sconti fiscali. Solo chi paga molte imposte, grazie alle detrazioni riesce ad abbatterne e di molto il saldo a debito. Un contribuente incapiente è colui che non paga Irpef a sufficienza per godere delle detrazioni.
Cessione dopo cessione sono diventate incapienti anche le imprese
La cessione del credito è stata la soluzione che ha consentito di ovviare alle problematiche descritte nel paragrafo precedente. Però ha esposto tutto il sistema ad un altro problema. Sia che il credito lo abbia preso la ditta che effettuerà i lavori, oppure che lo abbia preso direttamente la banca a cui la stessa ditta che ha preso i lavori ha ceduto una seconda volta il credito, la saturazione del meccanismo è stata evidente. È così molto soggetti finanziari di questo genere hanno finito con il diventare a loro volta incapienti. Magari non è il caso del nostro lettore, ma è il caso di moltissime imprese di ristrutturazione. Imprese che hanno accettato più di qualche cessione, finendo con il diventare incapienti a loro volta.
La prosecuzione dei lavori e delle pratiche di Superbonus 110%
Il nostro lettore come i suoi condomini hanno sostenuto delle spese relative alla pratica di fattibilità dei lavori. Ottenere il rimborso, passando da un geometra all’altro, almeno per le spese relative alla procedura di fattibilità, appare quantomeno azzardato. Anche perché si tratta spesso di spese vive che il geometra evidentemente avrà sostenuto. Una cosa però da sottolineare è che se i lavori non cambiano tutto può essere risolto. Cioè se le opere da effettuare sono sempre le stesse, anche se cambia il superbonus e diventa del 90%, la pratica di fattibilità dovrebbe continuare a essere valida. Ciò che consigliamo, non avendo materia normativa utile e nemmeno risposte da parte dell’Agenzia delle Entrate, è chiedere a un nuovo studio tecnico il da farsi.