Andare in pensione è l’aspirazione di tanti lavoratori. Andarci un anno prima, due anni prima o più è un sogno. Ma è importante anche andarci uno, due o tre mesi prima. E non solo perché si esce prima dal lavoro, terminando una stancante carriera di duro lavoro. Tre mesi prima significa tre mensilità di pensione. E sono soldi, incassati dai pensionati, che altrimenti finirebbero con l’essere perduti per sempre. Oggi analizziamo il caso più frequente di lavoratori che per una mancata conoscenza delle regole prestabilite, perdono mesi di pensione. Ecco come recuperare 3 mesi di pensione, adoperandosi entro il primo maggio con un adempimento fondamentale.
Come recuperare 3 mesi di pensione, il primo maggio la scadenza delle domande
Presentare una domanda per recuperare 3 mesi di pensione, ecco la scadenza del primo maggio e la domanda da presentare per evitare perdite. Perché di questo si tratta. Chi deve andare in pensione anticipata nel 2026, deve inoltrare una domanda specifica all’INPS entro il primo maggio prossimo.
Come sempre, il giorno che in calendario è dedicato alla festa dei lavoratori è un giorno che a livello previdenziale è dedicato alla domanda di certificazione del diritto alla pensione con lo scivolo usuranti. La misura che consente di andare in pensione a 61 anni e 7 mesi impone un adempimento l’anno precedente.
Chi completa i requisiti per lo scivolo tra il primo gennaio 2026 ed il 31 dicembre 2026 deve presentare la domanda di certificazione all’INPS entro il primo maggio 2025. Ma quali sono i requisiti per lo scivolo? Bisogna raggiungere innanzitutto i 61 anni e 7 mesi di età come già detto. E poi bisogna raggiungere almeno 35 anni di contributi.
Insieme al completamento della quota 97,6. Una quota che si raggiunge semplicemente sommando età e contributi, ma con valide anche le frazioni di anno.
Elenco usuranti e requisiti per lo scivolo
La misura di cui parliamo è destinata a coloro che rientrano nelle attività lavorative usuranti come previsto dal Decreto Legislativo numero 67 del 2011. Vi rientrano:
- lavori in galleria;
- lavori nelle cave o in miniera;
- attività lavorative svolte con esposizione ad alte temperature;
- lavori in cassoni ad aria compressa;
- attività dei palombari;
- attività connessa alla lavorazione del vetro cavo;
- lavori di rimozione dell’amianto;
- lavori eseguiti in spazi ristretti.
A queste attività, si aggiungono le altre che comunque danno diritto ad andare in pensione con lo scivolo. Sono:
- lavori a catena;
- attività di conducenti di veicoli per il trasporto collettivo con massa almeno pari a nove posti;
- lavori notturni.
Le attività lavorative devono essere svolte per la metà della vita lavorativa o per 7 degli ultimi 10 anni. Chi rientra in una di queste categorie, e si trova con 61,7 anni di età, 35 anni di versamenti e quota 97,6 completa entro la fine del 2026, deve adoperarsi per recuperare 3 mesi di pensione.
Entro il primo maggio deve presentare la domanda di certificazione. Con cui l’INPS conferma che l’interessato ha diritto alla pensione con lo scivolo. Perché parliamo di recuperare 3 mesi di pensione? Perché in effetti chi non presenta la domanda subisce lo slittamento della decorrenza del trattamento.
Per domande presentate tra il primo maggio 2025 ed il primo giugno 2025, la decorrenza del trattamento nel 2026 slitta di un mese. Per domande presentate tra il primo giugno 2025 e il primo luglio 2025 slitta di due mesi. E per domande ancora più in ritardo, la decorrenza slitta di 3 mesi.