Come recuperare i contributi non versati: un limite sulla pensione anticipata

Come recuperare i contributi non versati? Occhio alle novità che giungono dall'Inps e al limite sulla pensione anticipata.
2 anni fa
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È possibile recuperare i contributi non versati? Non è sufficiente aver lavorato tanti anni per poter accedere alla pensione. A tal fine, infatti, è necessario aver maturato determinati requisiti anagrafici e contributivi, così come previsto dalla normativa vigente.

A tal proposito giungono importanti novità da parte dell’Inps: come muoversi per recuperare i contributi non versati e chiarimenti riguardo il limite sulla pensione anticipata. Ecco come funziona.

Come recuperare i contributi non versati

Il pagamento dei contributi viene effettuato al fine di poter finanziare le varie prestazioni previdenziali o assistenziali.

Ne consegue che in caso di mancato versamento dei contributi, il soggetto interessato non ha diritto a tutta una serie di prestazioni indispensabili. Tra queste, ad esempio, si annoverano le pensioni per chi ha un rapporto di lavoro dipendente. Chi, invece, lavora in situazioni irregolari non godrà di una copertura economica per il periodo di infortunio o malattia.

Onde evitare spiacevoli sorprese, si consiglia di effettuare una verifica del monte contributivo accedendo alla propria area personale sul sito dell’Inps. L’accesso è consentito attraverso le credenziali SPID, CIE o CNS. Una volta entrati, bisogna digitare nella barra in alto a destra “estratto conto contributivo“. Nel giro di pochi secondi apparirà una schermata con tutti i contributi versati a proprio nome.

Nel caso in cui vi siano dei contributi non versati, allora bisogna capire se quest’ultimi dovevano essere versati più o meno di cinque anni fa. I contributi non versati, infatti, vanno in prescrizione trascorsi cinque anni dal giorno di scadenza del pagamento. Se il soggetto interessato sporge denuncia all’istituto di previdenza entro cinque anni, allora l’Inps provvede ad effettuare la verifica dei versamenti da parte del datore di lavoro.

Se sono trascorsi più di cinque anni, invece, i contributi non versati vanno in prescrizione ed è possibile proseguire con due strade, ovvero l’azione giudiziaria o la domanda di riscatto.

Nel primo caso, il lavoratore danneggiato può citare in giudizio il datore di lavoro per richiedere il risarcimento del danno subito.

Nel secondo caso, invece, si decide di riscattare i periodi di lavoro scoperti dal punto di vista previdenziale, così come avviene ad esempio per gli anni all’Università.

I contributi vengono accreditati dopo il versamento di un onere di riscatto e consentono di ottenere un assegno pensionistico di pari importo a quello che sarebbe spettato in base ai contributi omessi.

Un limite sulla pensione anticipata

Attraverso la Circolare numero 110 del 7 ottobre 2022, l’Inps ha fornito alcuni importanti chiarimenti in merito alla decorrenza da attribuire alle pensioni da liquidare in caso di regolarizzazione intervenuta dopo la domanda di pensione. In particolare si evince che:

la pensione anticipata decorre dal primo giorno del mese successivo a quello di presentazione della domanda, sempreché a tale data risultino perfezionati i relativi requisiti.

In caso contrario l’Inps rigetta la domanda. “Solo in seguito alla regolarizzazione della posizione contributiva sarà possibile procedere, su istanza dell’interessato, alla liquidazione del trattamento pensionistico che decorrerà dal primo giorno del mese successivo a quello in cui è intervenuta la suddetta regolarizzazione“.

Una precisazione, quella dell’Inps, che riguarda in particolar modo i lavoratori autonomi che presentano buchi contributivi sul conto assicurativo. Quest’ultimi, quindi, possono regolarizzare il pagamento dei contributi anche dopo l’invio della domanda di pensione. Il medesimo criterio, sottolinea l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, vale anche per la determinazione della decorrenza dell’assegno ordinario di invalidità e della pensione di inabilità.

Non vi sono novità, invece, per quanto concerne la pensione di vecchiaia. Come chiarito sempre dall’Inps con la circolare poc’anzi citata, infatti:

“la pensione di vecchiaia decorre dal primo giorno del mese successivo a quello di perfezionamento dei requisiti, anche nelle ipotesi di regolarizzazione di contributi, determinanti per il diritto a pensione, effettuata successivamente alla presentazione della domanda e relativa a periodi collocati anteriormente alla stessa, privi di copertura contributiva. Resta ferma la facoltà dell’interessato di chiedere che la pensione di vecchiaia decorra dal primo giorno del mese successivo a quello nel quale è stata presentata la domanda“.

Veronica Caliandro

In InvestireOggi.it dal 2022 si occupa di articoli e approfondimenti nella sezione Fisco. E’ Giornalista pubblicista.
Laureata in Economia Aziendale, collabora con numerose riviste anche su argomenti di economia e attualità. Ha lavorato nel settore del marketing e della comunicazione diretta, svolgendo anche attività di tutoraggio.

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