“La vita sarebbe infinitamente più felice se potessimo nascere all’età di ottant’anni e gradualmente avvicinarci ai diciotto“, affermava Mark Twain. Un desiderio che, se potesse tramutarsi in realtà, tutti quanti certamente esprimeremmo. Che bello, d’altronde, sarebbe nascere già con la consapevolezza e la maturità di una persona anziana per poi vivere con l’energia tipica della gioventù. Se poi nascessimo già con la pensione accreditata sul nostro conto ogni mese sarebbe ancora meglio. O almeno dovrebbe essere così.
Proprio la pensione, purtroppo, è spesso oggetto di polemiche e critiche per via degli importi particolarmente bassi. Ma non solo, a destare qualche perplessità sono anche i requisiti di accesso che si rivelano essere spesso particolarmente stringenti. A tal proposito è importante se la pensione arriverà ad una determinata età oppure dopo aver maturato un certo numero di contributi. Ecco come fare.
Come sapere se la pensione arriverà a una soglia di età o dopo un certo montante di contributi
Stabilire a priori quando sarà possibile andare in pensione non è possibile. Questo perché ad incidere sull’uscita dal mondo del lavoro sono diversi fattori. Tra questi si annoverano l’età, il numero di contributi versati e le regole previste dalla normativa vigente, che possono prevedere diverse finestre di uscita. Entrando nei dettagli si ha diritto alla pensione di vecchiaia al raggiungimento dell’età di 67 anni, a patto di aver maturato almeno vent’anni di contributi. Vi sono però delle eccezioni, ovvero:
- 15 anni di contributi, se tutti quanti sono stati versati prima del 1992;
- 5 anni di contributi, se quest’ultimi sono stati versati dopo il 1995 e i soggetti interessati hanno compiuto l’età di 71 anni.
Molti lavoratori, inoltre, possono accedere alla pensione anticipata ordinaria se l’anzianità contributiva è pari a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.
Dall’Ape sociale a Opzione Donna: come uscire anticipatamente dal mondo del lavoro
Oltre alla pensione di vecchiaia e a quella anticipata ordinaria, vi sono tante altre vie che permettono di lasciare in anticipo il mondo del lavoro. Tra queste si annoverano:
- Quota 103. Consente di andare in pensione all’età di 62 anni, a patto di aver maturato 41 anni di contributi.
- Ape Sociale. Rivolta a disoccupati, disabili con percentuale pari almeno al 74%, caregiver e addetti a mansioni gravose. Bisogna aver raggiunto l’età di 63 anni e aver maturato tra i 30 e i 36 anni i contributi, in base alla categoria di riferimento.
- Lavori usuranti o gravosi. I soggetti in questione possono uscire prima dal lavoro purché abbiano versato 35 anni di contributi. Il requisito anagrafico risulta differente in base al tipo di lavoro svolto. Ad esempio chi svolge mansioni particolarmente usuranti per almeno 78 giorni o notti in un anno può accedere al trattamento a partire dall’età di 61 anni e 7 mesi.
- Opzione Donna. Come si evince dal sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze, questa misura consente di andare “in pensione a 58 anni con due figli o più, 59 con un figlio, 60 altri casi. Opzione donna è riservata a particolari categorie: caregiver, invalide (invalidità superiore o uguale al 74%) e lavoratrici licenziate o dipendenti di aziende per le quali è attivo un tavolo di crisi”.
Per chi ha iniziato da giovane…
- Lavoratori precoci. L’accesso alla pensione è possibile a qualsiasi età, purché i soggetti interessati abbiano maturato 41 anni di contributi. Di questi almeno uno deve essere stato versato prima di compiere l’età di 19 anni. È richiesto anche il possesso di altri requisiti, come quello di far parte di una delle seguenti categorie:
- disoccupato per licenziamento, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale;
- chi presta assistenza e convive da almeno sei mesi con il coniuge o un parente non autosufficiente;
- riduzione della capacità lavorativa pari o superiore al 74%;
- lavori usuranti o gravosi.
I fattori dai quali non si può prescindere
L’accesso alla pensione, come è possibile notare, dipende da diversi fattori.