La riforma delle pensioni è il principale argomento che interessa i lavoratori. Cosa farà il Governo Meloni, quali saranno le nuove misure e così via dicendo. L’Ape sociale sarà in vigore anche nel 2024? La quota 41 per tutti si farà? E le altre cose di cui tutti parlano, dalla flessibilità al superamento delle riforma Fornero vedranno nel 2024 l’anno giusto? Domande, dicevamo, che al momento sono senza risposta, perché tutto è in alto mare. Il Governo si trova tra due fuochi. Da una parte la volontà di molti degli esponenti di maggioranza di porre la parola fine alla riforma delle pensioni targata Fornero.
I lavoratori si chiedono che futuro avranno le pensioni
Oggi si può solo ipotizzare lo scenario più probabile per il 2024. E non sono scenari favorevoli a molti dei nostri lettori che ci chiedono come potranno andare in pensione in futuro.
“Vorrei chiedervi se avete notizia certe relative alla quota 41 per tutti. Io sono un lavoratore che proprio nel 2024 completerà questi fatidici 41 anni di lavoro. Non sono invalido, non sono disoccupato, non ho invalidi a carico e nemmeno svolgo un lavoro di quelli pesanti che secondo l’INPS sono meritevoli di aiuto. Sono un falegname e dopo tanti anni di carriera vorrei poter andare in pensione senza lavorare come sembra, fino al 2026.”
“Salve, sono un ristoratore con una pizzeria aperta da oltre 30 anni. Dopo aver fatto il pizzaiolo per diversi ristoranti in giro per l’Italia, ho aperto la mia attività in proprio.
La riforma delle pensioni? forse nemmeno nel 2024
Prima di parlare dei progetti, delle ipotesi e di cosa aspettarsi nel 2024, meglio fare un riepilogo di quanto successo da un decennio a questa parte. Da quando è stata introdotta la riforma Fornero nulla è cambiato o quasi nel sistema. Le regole generali per andare in pensione sono quelle introdotte dal Governo Monti del 2012, con la riforma Fornero e il decreto “Salva Italia”. Erano i tempi delle lacrime e sangue della Ministra del lavoro Elsa Fornero. E le pensioni di anzianità divennero pensioni anticipate, passando da 40 anni di contributi senza limiti di età ai 42,10 di oggi. Nel frattempo, sempre per via di quella famigerata riforma, è sparita la quota 96 che permetteva uscite a 60 anni con 35 ani di contributi. L’età pensionabile che una volta diceva 65 anni per gli uomini e 60 per le donne adesso è per tutti a 67 anni. Negli anni a venire, tutti hanno parlato di riforma delle pensioni. Tutti hanno parlato di cancellazione della legge Fornero. Ma nessuno lo ha fatto, invischiati come al solito nei conti pubblici e nei diktat di Bruxelles. Stessi problemi di sempre, anche nell’attualità e la riforma delle pensioni nel 2024 rischia di rimanere una pia illusione.
Interventi tampone negli ultimi anni
Negli anni sono state introdotte numerose misure pensionistiche per così dire, alternative alla legge Fornero. Almeno questo ciò che hanno detto i legislatori volta per volta, a prescindere dal colore politico e dal colore del Governo. Sono nate per esempio Opzione Donna e l’Ape sociale. Ma parlare di misure alternative ai requisiti ordinari è esagerato. Opzione Donna nasce per lavoratrici autonome con 59 anni di età e lavoratrici dipendenti con 58 anni di età.
Misure a platee sempre più limitate
Piccole platee sempre più ristrette di lavoratrici e per di più con pensione calcolata obbligatoriamente con il metodo contributivo e quindi penalizzate. L’Ape sociale non è da meno, perché si tratta di una misura che riguarda chi ha compiuto almeno 63 anni di età e ha maturato 30 anni di carriera ma solo se invalidi, disoccupati o alle prese con un parente disabile da assistere. Invece a partire dai 63 anni l’Ape sociale riguarda i lavori gravosi con almeno 36 anni di contributi o 32 per gli edili o i ceramisti.
Le misure a quota anche nel 2024?
Lo stesso si può dire delle varie quota 100, quota 102 o quota 103. La prima è durata 3 anni, la seconda un solo anno e adesso c’è la terza. Per tre anni hanno potuto lasciare il lavoro quanti si sono trovati con 62 anni di età e 38 anni di contributi. Era la quota 100. Solo per l’anno 2022 invece chi ha completato i 38 anni di contributi con 64 anni di età ha potuto sfruttare la quota 102. E infine, quest’anno, con 62 anni di età e 41 di contributi ecco la quota 103. E poi è nata l’alternativa alla pensione anticipata ordinaria con la quota 41 per i precoci. Bisogna raggiungere 41 anni di contributi, di cui 35 effettivi da lavoro e uno versato prima dei 19 anni di età. Ma solo per caregiver, disabili, disoccupati e lavori gravosi.
Nuova Legge di Bilancio identica alle precedenti nel pacchetto pensioni
E nel 2024 al momento, l’ipotesi più attendibile dice che si ripartirà da un anno di estensione di quota 103.