Vi siete mai chiesti cos’è l’inflazione e come si calcola? Ebbene, questa parola deriva dal latino “inflare” il cui significato è accrescere, elevare. Ne abbiamo sentito parlare molto negli ultimi mesi e ancora oggi perché per colpa di questa tassa occulta crescono tutti i prezzi, dai generi alimentari fino ad arrivare a quelli energetici.
Tutti avranno notato come il costo dell’olio di semi sia lievitato negli ultimi mesi raggiungendo picchi anche di 4 euro circa a litro. Per non parlare del burro, della pasta, della farina e dei pomodori.
Per il denaro depositato sul conto corrente, però, per contrastare l’inflazione, si devono mettere in atto pratiche diverse. Una di queste è investire, ad esempio, in strumenti per i quali non ci sono rischi come i conti deposito e i bfp. I primi sono garantiti dal Fidt, fino a 100 mila euro a depositante, mentre i secondi dallo Stato Italiano.
I conti correnti offrono un tasso pressoché nullo a fronte dei costi di gestione che si devono sostenere e dell’imposta di bollo da pagare nel caso la giacenza media annua superi i 5000 euro. Perché quindi non dare un’occhiata a tali prodotti?
Il calcolo
Come spiegato, quando c’è l’inflazione i prezzi dei beni di uso quotidiano salgono e il tasso di inflazione ci indica di quanto è cambiato il prezzo. Nel nostro paese il calcolo di questa tassa occulta è affidato all’Istituto Nazionale di Statistica. Esso avviene sulla base della variazione mensile dei prezzi di un paniere di beni/servizi che può essere diverso ogni anno in base alle abitudini di consumo degli italiani.
Per misurare l’inflazione nazionale, l’Istat produce l’indice Nic che è quello dei prezzi a consumo di tutta la collettività nel quale sono considerati beni/servizi divisi in dodici categorie di spese.
Esattamente i trasporti, i servizi sanitari/spese salute, i mobili/articoli per la casa, l’abitazione/acqua/combustibili/elettricità, l’abbigliamento/scarpe e i tabacchi/bevande alcoliche. Inoltre gli spettacoli/cultura, istruzione, comunicazione, prodotti alimentari/bevande analcoliche, istruzione, servizi ricettivi/ristorazione e altri beni e servizi.
I tassi di interesse
Gli esperti consigliano di investire in prodotti come bfp e conti deposito per contrastare l’inflazione se non si vogliono correre rischi. I rendimenti, però, seppure più alti del passato, sono comunque bassi. Con quello che si ricaverà, quindi, non si potranno realizzare grossi sogni ma, almeno in parte, si potrà evitare che il denaro depositato si eroda.
Tra i conti deposito che fruttano di più c’è ad esempio quello della Findomestic che fino a 20 mila euro di deposito offre il 2% annuo lordo. Sopra i 20 mila euro, sulla somma eccedente è applicato un tasso lordo dell’1%. Tale conto è a zero vincoli per cui si può prelevare il denaro quando si vuole, è a zero spese di gestione ed è al 100% online anche da smartphone.
Il conto deposito di Banca Igea applica, invece, un tasso dello 0,15% dopo 3 mesi, dello 0,30% dopo 6 mesi, del 3,10% dopo 1 anno, del 2,55% dopo 18 mesi, del 2% dopo 24 mesi e dell’1,90% dopo 36 mesi. L’imposta di bollo progressiva è carico della banca mentre il tasso applicato con estinzione anticipata è dello 0,95% (dopo 36 mesi).
Chiudiamo con i bfp Rinnova dedicati a chi rimborsa uno o più buoni fruttiferi postali scaduti purché rimborsati dal 20 settembre 2022 fino al periodo in cui tale titolo sarà in essere. È il prodotto ideale per chi vuole reinvestire i propri risparmi fino a 6 anni con possibilità di chiedere il rimborso con gli interessi maturati già dopo 3 anni. Il rendimento effettivo annuo lordo è del 2% dopo 3 anni e del 3,25% dopo 6 anni.