Come si calcola la pensione nel sistema misto

Tutto quello che c’è da sapere per conoscere la pensione di un lavoratore. Come si calcola la pensione nel sistema misto e i programmi di simulazione.
4 anni fa
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Come si calcola la pensione? Quanto prenderò dall’Inps? Sono queste le principali domande che un lavoratore si pone prima di andare in pensione. Dubbi oggi più che leciti rispetto al passato visti i continui cambiamenti in tema di pensioni.

La riforma delle pensioni che sta per arrivare getterà, poi, altre ombre su come si calcola la pensione e quale sarà l’assegno futuro. Tutto è affidato ormai a programmi, software complicatissimi che tengono conto di numerose variabili. E fino alla fino, cioè a quando si va in pensione, nessuno sa esattamente quanto prenderà dall’Inps.

Se, infatti, la busta paga è certa e ben definita, la pensione non lo è. Ma vediamo come si calcola l’assegno con le attuali regole.

Come si calcola la pensione

Il sistema di calcolo della pensione varia per la generalità dei lavoratori in base all’anzianità contributiva. Cosa significa? Significa che i contributi versati nell’arco della propria carriera lavorativa all’ente pensionistico determinano un diverso trattamento a seconda che siano stati versati prima o dopo il 31 dicembre 1995.

La pensione è infatti calcolata col sistema contributivo per i contributi versati dal 1996 in poi e col sistema retributivo per quelli versati prima di tale data. Il sistema retributivo si applica alle anzianità contributive maturate fino al 31 dicembre 2011 dai lavoratori con almeno 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995. Viceversa, il sistema contributivo è applicato per le anzianità contributive dal 2012 in avanti.

Il sistema di calcolo misto

Poiché sono pochissimi i lavoratori che attualmente possono vantare almeno 18 anni di contribuzione prima del 1996, ai lavoratori che oggi vanno in pensione viene applicato il sistema di calcolo misto. Cioè in parte retributivo (per le anzianità ante ’96) e in parte contributivo (per le anzianità post ’96). Maggiori approfondimenti sulla differenza fra sistema di calcolo retributivo e contributivo si possono reperire consultando questo articolo.

Il montante contributivo

Ma per conoscere la propria pensione futura occorre sapere anche a quanto ammonta il proprio montante contributivo.

Cioè la totalità dei contributi versati nell’arco della propria carriera lavorativa. Se uno ha lavorato in settori e posti diversi, dovrà quindi dapprima ricongiungere o totalizzare i contributi facendoli convergere tutti in una unica gestione. Detto capitale va quindi rivalutato in base al costo della vita e rivalutato di conseguenza.

I coefficienti di trasformazione

Al montante vengono anche applicati dei valori che concorrono al calcolo della pensione con metodo contributivo, chiamati coefficienti di trasformazione. Tali coefficienti rappresentano la formula che consente di determinare il valore della pensione al momento della liquidazione. Ma come funzionano tali coefficienti? Sono dei valori percentuali che variano in base all’età anagrafica del lavoratore e che tengono conto anche delle aspettative di vita di un uomo o di una donna. Maggiore è l’età del lavoratore e più alto sarà il coefficiente di trasformazione e di conseguenza della pensione.

La simulazione della pensione

Esistono in rete diversi programmi per simulare la propria pensione futura, ma si tratta sempre di calcoli approssimativi. Anche perché capita spesso che un lavoratore abbia versato contributi in gestioni diverse o in enti diversi per quali servirà una ricongiunzione e/o totalizzazione. Uno di questi programmi è fornito dall’Inps e si chiama “la mia pensione futura”, accessibile dal portale Inps previa autenticazione mediante Pin personale o Spid.

Il servizio permette di controllare i contributi che risultano versati in Inps, conoscere la data in cui si matura il diritto alla pensione. Calcolare l’importo stimato della pensione a prescindere dall’andamento dell’inflazione, ottenere una stima del rapporto fra la prima rata di pensione e l’ultimo stipendio (tasso di sostituzione). Ipotizzare la sospensione del lavoro, inserendo la data in cui interrompere l’attività lavorativa, modificare la previsione del Pil futuro e il proprio andamento retributivo/reddituale annuale.

E infine, scegliere il fondo su cui basare la simulazione.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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