Commercialisti: bene l’emendamento al Decreto Sostegni su malattia professionisti, ma non basta

In un momento così difficile come quello dell’emergenza sanitaria in atto, il diritto dei professionisti alla tutela della salute riceve un riconoscimento importante.
4 anni fa
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Si è svolta ieri al senato la conferenza stampa promossa dai Parlamentari Commercialisti sulla presentazione dell’emendamento al decreto sostegni che prevede la proroga dei termini degli adempimenti fiscali in capo ai professionisti che si ammalano di Covid.
L’emendamento è stato accolto positivamente dal presidente dell’Associazione Nazionale dei Commercialisti (ANC), Marco Cuchel, anche se lo stesso ha chiesto un ulteriore intervento risolutivo per colmare il “grave vuoto normativo”. Vediamo meglio di cosa si tratta.

Ddl Malattia arenato, si tenta l’emendamento al Decreto Sostegni

Il senatore di Fratelli d’Italia, Andrea de Bertoldi, in questi giorni ha presentato un nuovo emendamento al decreto Sostegni che prevede il rinvio delle scadenze fiscali, di circa 45 giorni, per i professionisti che si ammalano di Covid.


Si tratta di un provvedimento simile a quello già previsto dal ddl Malattie, il quale aveva subito una battuta d’arresto a gennaio, con l’avvio della crisi del governo di Giuseppe Conte.
Ad oggi, non è stato nemmeno approvato l’emendamento inserito nel decreto milleproroghe, che prevedeva il differimento delle scadenze di trenta giorni per gli studi professionali sottoposti alla misura della quarantena a causa del covid.
Per tale motivo, adesso si tenta di procedere con un nuovo emendamento al decreto sostegni.

Commercialisti, bene l’emendamento ma non basta

Il Presidente dell’Associazione Nazionale dei Commercialisti (ANC), Marco Cuchel, con un comunicato stampa del 31 marzo 2021, accoglie con soddisfazione tale emendamento.

In un momento così difficile come quello dell’emergenza sanitaria in atto – dichiara Cuchel – il diritto dei professionisti alla tutela della salute riceve un riconoscimento importante.

Ma non è tutto, sebbene questa nuova misura sia opportuna e urgente, continua il presidente dell’ANC, “non può essere in grado di colmare il grave vuoto normativo esistente nel nostro Paese, un vuoto che solamente un provvedimento organico (…) sarà finalmente in grado di sanare”.

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