Crisi navi cargo
Per il commercio mondiale sembrava essere stato raggiunto il punto più basso, che la crisi peggiore fosse stata superata, ma il 10 febbraio di quest’anno l’indicatore è arrivato a crollare al minimo storico di 290 punti.
Alla fine di agosto, però, era risalito a 715, cosa che conforta poco, se si considera che siamo poco al di sopra dei minimi di 8 anni fa, quando esplodeva la più grave crisi economica e finanziaria degli ultimi 80 anni.
La situazione è assai grave, tanto che questa settimana ha portato i libri in tribunale una delle compagnie di navigazione cargo più grandi al mondo, settima per dimensioni dei container, la coreana Hanjin Shipping. Il fallimento della società è la spia di una crisi più ampia del settore, che negli anni del boom aveva aumentato lo spazio di carico disponibile, ma che di recente si sta rivelando molto superiore alle necessità, vista la bassa domanda.
Sfavorevole anche rallentamento Cina
Il rallentamento della Cina gioca un ruolo non secondario in questo fenomeno: nel biennio 2009-2010, era arrivata a rappresentare la metà della crescita mondiale, mentre oggi vale un quarto, anche per effetto del ritorno alla lieve crescita di America ed Europa.
Prezzi così bassi per il trasporto delle merci segnalano una scarsa dinamicità delle relazioni commerciali tra i paesi, visto che ancora oggi il 90% dei beni raggiunge la destinazione tramite navi. L’ascesa di movimenti e leader contrari al libero commercio negli USA e in Europa non fa intravedere nulla di buono per la ripresa del settore.
Il fallimento di fatto del TTIP ne è la conferma.