Squilibri globali minacciano il commercio mondiale
Un altro stato gioca “sporco”, anche se in maniera perfettamente legale: la Germania. Avvalendosi di un cambio del tutto slegato dai fondamentali della sua economia, riesce ad esportare molto di più di quanto non farebbe con il più forte marco tedesco. Trump ha evidenziato questa incongruenza e per quanto lo abbia fatto per tutelare gli interessi dell’economia americana, ha detto il vero. Senonché il vero contraccolpo di questo stato delle cose non lo subiscono, in verità, gli USA, che dall’altro lato si trovano concorrenti, come l’Italia, con un cambio più forte dei loro fondamentali; a subire gli effetti nefasti di tali squilibri siamo proprio noi economie del Sud Europa, costrette a competere con i partner del Nord condividendone la moneta, quando i rapporti di forza sul piano economico sarebbero diversi.
La minaccia al commercio mondiale non arriva dalla presidenza Trump, sia per quanto abbiamo scritto sul concetto stesso di libero commercio, sia anche e, soprattutto, perché a minarne le basi sono gli squilibri globali, provocati da alcune storture evidenti, che esasperando le tensioni tra economie e accentuandone le divergenze, rischiano di provocare, stavolta davvero, un clima di avversione alla globalizzazione economica tout court.