Roma, 15 giugno 2017. Il Consiglio di Amministrazione della Rai (CdA) ha deciso che agli artisti non si può applicare il limite dei 240 mila euro di compensi. Agli artisti? Ci siamo precipitati a consultare il dizionario della lingua italiana Devoto-Oli e alla voce artista leggiamo: chi opera nel campo dell’arte come creatore o come interprete. I vari, Bruno Vespa, Fabio Fazio, Massimo Giletti, ecc., sono artisti, cioè esercitano un’arte? Sempre sul Devoto-Oli, siamo andati a cercare la voce “arte” che così è descritta: qualsiasi forma dell’attività dell’uomo come riprova o esaltazione del suo talento inventivo e della sua capacità espressiva.
Insomma, dal CdA della Rai i suddetti Vespa, Fazio, Giletti, ecc., sono paragonati a Dante, Leonardo da Vinci, Raffaello, Shakespeare, Mozart, ecc.
I veri artisti, invece, sono quelli del Consiglio di Amministrazione della Rai: hanno tale fantasia da trasformare un conduttore televisivo in un Mozart redivivo. D’altronde, ce la suonano così bene che la maggior parte di noi rimane incantata.
Al contribuente non resta che pagare: due miliardi di canone televisivo che escono dalle tasche dei cittadini per pagare Rai e “artisti”. Ricordiamocelo quando gli “artisti” si impegneranno nel descriverci come si può diminuire la spesa pubblica. Per loro non vale, d’altronde, l’arte non ha prezzo!
Primo Mastrantoni, segretario Aduc
COMUNICATO STAMPA DELL’ADUC
Associazione per i diritti degli utenti e consumatori