Comunione o separazione dei beni: come vedere dove sono sposato?

Comunione o separazione dei beni: come capire in che regime si è sposati, chiarimenti e come fare per scoprirlo.
di
8 anni fa
1 minuto di lettura

Parliamo di scelta di regime matrimoniale e di come capire se si è sposati in comunione o separazione dei beni. Nel dettaglio, quando si parla di atto di matrimonio, si annota la scelta dei coniugi per quanto riguarda il regime patrimoniale. Se non viene effettuata nessuna annotazione va da sé che sarà prevista la comunione dei beni.

 Quale regime patrimoniale

Spesso si dimentica in quale regime patrimoniale si è optato durante il matrimonio. In particolare la scelta può ricadere sulla comunione dei beni o la separazione dei beni.

Solitamente, a meno di non applicare una specifica annotazione, dal 1975 la legge applica in automatico la comunione dei beni, ossia la comproprietà di tutti i beni acquistati dopo il matrimonio con il coniuge. Può capitare, in alcuni casi magari dopo anni di matrimonio, di dimenticare a quale regime si appartiene. Come vedere, allora, se sono sposato in comunione o separazione dei beni? Prima di tutto fa fede il certificato di matrimonio, in cui è annotato il regime patrimoniale scelto dai coniugi. Fino al 20 settembre 1975 era applicata in automatico la separazione dei beni, salvo diverse disposizioni dei coniugi, mentre per i matrimoni celebrati dal 20 settembre 1975 si è istituita la regola contraria, ossia che vige la comunione dei beni automatica salvo diverse disposizioni.

In sostanza, per poter capire se si è sposati con regime di separazione o di comunione, è necessario chiedere un estratto dell’atto di matrimonio al Comune in cui si è svolta la cerimonia. Se nell’estratto non ci sarà nessuna annotazione vuol dire che si è sposati in regime di comunione, altrimenti deve risultare una particolare nota redatta da un notaio. Volendo è possibile cambiare regime anche dopo le nozze ma serve comunque un atto espresso davanti al notaio con presenza dei testimoni. Per i conviventi, invece, il decreto Cirinnà dispone che questi possono ordinare i rapporti patrimoniali attinenti alla loro vita in comune con la firma di un contratto di convivenza e che questo contratto può contenere anche il regime patrimoniale della comunione dei beni.

Lascia un commento

Your email address will not be published.