Con i soldi di oggi sette anni di pensioni pagate: e dopo che succede?

Il rischio di soli altri sette anni di sostenibilità delle pensioni è concreto a causa di riforme insufficienti e cambiamenti demografici
3 settimane fa
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pensioni futuro
Foto © Pixabay

La situazione delle pensioni in Italia è da tempo al centro del dibattito politico e sociale, con preoccupazioni crescenti circa la sostenibilità a lungo termine del sistema previdenziale. Il problema è particolarmente rilevante quando si guarda al futuro, con previsioni poco rassicuranti che indicano difficoltà crescenti per l’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) nel garantire il pagamento degli assegni pensionistici.

La prospettiva che entro il 2025 non siano risorse sufficienti a risolvere le problematiche finanziarie dell’INPS, né a tutelare adeguatamente le generazioni più giovani, rende urgente una riflessione approfondita su quali soluzioni adottare.

La sostenibilità del sistema pensioni italiano

Il sistema pensionistico italiano si basa su un modello a ripartizione, dove i contributi versati dai lavoratori attivi finanziano le pensioni di coloro che sono già in quiescenza. Tuttavia, questo meccanismo è minacciato da diversi fattori, tra cui l’invecchiamento della popolazione, la riduzione del tasso di natalità, e la precarietà del mercato del lavoro.

Con meno persone che entrano nel mondo del lavoro e una popolazione in pensione che cresce, l’INPS si trova a dover gestire un bilancio sempre più in difficoltà.

Secondo alcune previsioni, l’INPS potrebbe non essere in grado di garantire il pagamento delle pensioni senza interventi strutturali significativi. Altri sette anni di autonomia, poi si rischierebbe il collasso. Questo scenario deriva da un deficit che si è accumulato nel tempo e che è stato aggravato da una serie di fattori economici e demografici. Nonostante le riforme pensionistiche messe in atto negli ultimi decenni, il problema della sostenibilità del sistema pensionistico italiano rimane irrisolto.

Le riforme pensionistiche: un tappo temporaneo

Nel corso degli anni, vari governi hanno tentato di riformare il sistema pensionistico per renderlo più sostenibile. Queste riforme, però, hanno spesso avuto l’effetto di posticipare i problemi anziché risolverli alla radice. Negli anni ci si è limitati ad offrire un sollievo temporaneo, senza affrontare le cause profonde del problema.

Una delle critiche più comuni alle riforme pensionistiche è che esse tendono a concentrarsi su misure di breve termine, come l’aumento dell’età pensionabile o la modifica dei criteri di calcolo delle pensioni, piuttosto che su interventi di lungo respiro. Si veda ad esempio Quota 103, Opzione donna, ecc. Questi provvedimenti, pur essendo necessari, non bastano da soli a garantire la sostenibilità del sistema.

Infatti, senza una crescita economica solida e una maggiore partecipazione al mercato del lavoro, le riforme rischiano di essere inefficaci. Inoltre serve una riforma pensioni che sia strutturale e non momentanea.

Giovani e futuro: la crisi pensioni in arrivo

Uno degli aspetti più preoccupanti della situazione attuale riguarda, certamente, le prospettive per le giovani generazioni. I giovani di oggi rischiano di trovarsi in una situazione pensionistica molto più precaria rispetto a quella delle generazioni precedenti. Questo perché la combinazione di carriere lavorative frammentate, bassi salari e contributi insufficienti rende difficile accumulare i requisiti necessari per ottenere una pensione adeguata.

La crisi pensionistica che potrebbe esplodere nei prossimi decenni sarà probabilmente più acuta per coloro che oggi stanno entrando nel mondo del lavoro. La mancanza di certezze sul futuro del sistema pensionistico potrebbe portare a un aumento del risparmio privato e della previdenza complementare. Non a caso viene proposta dalla Lega la previdenza complementare obbligatoria. Ma queste soluzioni non sono alla portata di tutti, specialmente in un contesto di precarietà lavorativa diffusa.

La sfida demografica

Non si può discutere di pensioni senza considerare l’impatto della demografia. Il calo delle nascite e l’invecchiamento della popolazione sono fenomeni che mettono sotto pressione il sistema previdenziale. Politiche per sostenere la natalità e per integrare meglio gli immigrati nel mercato del lavoro potrebbero contribuire a mitigare questi effetti, ma richiedono un impegno politico e sociale a lungo termine.

L’Italia, come molti altri Paesi europei, è chiamata ad affrontare la sfida di un cambiamento demografico che potrebbe avere conseguenze significative sulla sostenibilità del sistema pensionistico. Questo rende ancora più urgente la necessità di riforme profonde e lungimiranti.

Riassumendo…

  • La sostenibilità del sistema pensionistico italiano è minacciata da fattori demografici ed economici sfavorevoli.
  • Le riforme pensionistiche passate non hanno risolto i problemi strutturali del sistema.
  • I giovani rischiano pensioni inadeguate a causa di carriere frammentate e bassi contributi.
  • Serve una visione a lungo termine che incentivi crescita economica e occupazione giovanile.
  • Politiche demografiche e riforme del mercato del lavoro sono essenziali per la sostenibilità pensionistica.
  • La crisi pensionistica può essere evitata solo con riforme profonde e un impegno duraturo.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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