Con la 104 hai diritto allo smart working?

I titolari della Legge 104 hanno diritto allo smart working? Entriamo nei dettagli e vediamo cosa prevede la normativa vigente.
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1 mese fa
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legge 104 smart working
Foto © Pixabay

Con la legge 104 si ha diritto allo smart working? Come canta Raf con il brano Ti pretendo: “Sento che ci stiamo cercando, è inutile che dici di no. Stanotte siamo fuori dal mondo, sei l’unico diritto che ho“. Ognuno di noi ha dei diritti e dei doveri da rispettare. Quest’ultimi sono definiti dal senso civico e anche dallo Stato che provvede regolarmente ad introdurre o eliminare norme, al fine di garantire l’ordine nella società.

Tante, in effetti, sono le disposizioni con cui dobbiamo fare i conti e che finiscono per influenzare la nostra stessa esistenza, in modo negativo o positivo.

Basti pensare alle varie agevolazioni a sostegno delle famiglie economicamente in difficoltà oppure a sostegno delle persone non autosufficienti. Proprio in tale ambito si inserisce la Legge 104, grazie a cui i soggetti interessati hanno ad esempio diritto a tre giorni di permesso al mese retribuiti. Ma i titolari di Legge 104 hanno diritto anche allo smart working?

Con la 104 hai diritto allo smart working?

Sempre più aziende offrono la possibilità ai propri lavoratori di lavorare in smart working. Quest’ultimo non è un tipo di contratto a sé, bensì una forma di accordo siglato da datore e dipendente attraverso cui si stabilisce di poter svolgere l’attività lavorativa fuori dai locali aziendali. A differenza di quanto si possa pensare, però, tale modalità di lavoro non è un diritto per i titolari di Legge 104. Se un’azienda decide di stipulare un accordo per la prestazione di lavoro in modalità smart working, però, deve essere data priorità alle richieste provenienti dai lavoratori con figli fino a 12 anni di età oppure figli senza alcun limite di età, se viene accertato uno stato di disabilità ai sensi della legge 104.

Possono beneficiare del diritto di priorità anche i caregiver, ovvero i soggetti che assistono un familiare disabile o non autosufficiente.

Requisiti per beneficiare dello smart working

Affinché un soggetto Legge 104 possa beneficiare dello smart working è fondamentale che sussistano determinate condizioni. Innanzitutto ci deve essere un accordo scritto tra datore di lavoro e lavoratore, volto a disciplinare lo svolgimento dell’attività lavorativa. Ma non solo, tale accordo deve prevedere dei tempi di riposo e delle misure volte a garantire al lavoratore il diritto a disconnettersi dagli strumenti tecnologi. Le mansioni svolte dal soggetto disabile, ovviamente, devono essere compatibili con la modalità di lavoro in smart working. In alternativa si può adibire il lavoratore interessato a svolgere altre forme di attività in smart working. Anche i disabili che non possiedono la certificazione ai sensi della Legge 104 possono avanzare richiesta per il lavoro in smart working, ma non hanno diritto alla priorità. Ne sono un chiaro esempio i soggetti che non hanno ancora svolto la visita medica di riconoscimento presso la Commissione medica di competenza.

Disabilità e smart working, la sentenza della Corte di Cassazione

In ogni caso, come stabilito da alcune recenti sentenze, il datore deve valutare la richiesta.

Ma non solo, deve considerare possibili “accomodamenti ragionevoli“, al fine di favorire l’inclusione lavorativa. Come ricordato sul sito dell’AGI,  Avvocati Giuslavoristi Italiani, infatti:

“Ai lavoratori con disabilità va garantito un ambiente di lavoro che sia compatibile con le loro condizioni, senza pregiudicare gli interessi legittimi del datore di lavoro: via libera dunque allo smart working come accomodamento ragionevole per bilanciare diritti e sostenibilità organizzativa. Lo precisa la Corte di Cassazione con la sentenza n. 605/2025, sottolineando che gli accomodamenti ragionevoli possono essere definiti con accordi negoziali e, in assenza di intesa, spetta al giudice di merito individuare la soluzione più adeguata”.

Se un’azienda ha già un accordo per lo smart working e un soggetto con legge 104 richiede lo smart working, quindi,  il datore di lavoro deve dare responso positivo. Ove necessario bisogna adottare i necessari accomodamenti ragionevoli, eccetto il caso in cui si dimostri l’esistenza di motivi oggettivi che impediscano tale concessione.

Veronica Caliandro

In InvestireOggi.it dal 2022 si occupa di articoli e approfondimenti nella sezione Fisco. E’ Giornalista pubblicista.
Laureata in Economia Aziendale, collabora con numerose riviste anche su argomenti di economia e attualità. Ha lavorato nel settore del marketing e della comunicazione diretta, svolgendo anche attività di tutoraggio.

1 Comment

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