Oramai è quasi certo che la Meloni sarà la prima premier donna, con il PD primo partito all’apposizione. A ogni modo, la maggioranza sarà di centodestra. Durante la campagna elettorale, la Meloni ha più volte ribadito quelle che sarebbero state le sue priorità ossia: flat tax, riforma pensioni, eliminazione del reddito di cittadinanza, riordino dei bonus edilizi, ecc. Proprio la flat tax, già a oggi in essere, vedi regime forfettario, potrebbe essere oggetto di grosse modifiche.
L’intento è quello di consentire l’accesso alla tassa piatta a più partite iva possibili.
Vediamo quali sono i vantaggi e gli svantaggi per chi aderisce alla flat tax e quelle che saranno le prospettive in base al risultato delle elezioni di ieri.
La flat tax. Le regole attuali
A oggi la flat tax si identifica con il regime forfettario, si chiama così perchè il reddito di chi ha la partita iva in regime forfettario è determinato applicando ai ricavi conseguiti nell’anno, una percentuale di redditività che tiene conto dei potenziali costi sostenuti nello svolgimento della propria attività. Il contribuente in regime forfettario paga un’imposta sostitutiva sia dell’Irpef, dell’Irap nonchè delle addizionali comunali e regionali. L’imposta da versare allo Stato può essere del 5% o del 15%.
In base alle norme attuali, possono accedere alla flat tax coloro che nell’anno precedente hanno conseguito un monte ricavi/ compensi non superiore a 65.000 euro.
Ebbene, proprio su tale limite dovrebbe intervenire il nuovo Governo. L’obiettivo è quello di garantire l’accesso alla flat tax a più soggetti possibili.
Prospettive con il centrodestra a Governo. Vantaggi e svantaggi della flat tax
Flat tax si, flat tax no. Il Centrodestra ha il chiaro intento di garantire l’accesso alla flat tax a più partite iva possibili.
Chi è in regime forfetario, quasi nella totalità dei casi, si rivolge al commercialista solo per la presentazione della dichiarazione dei redditi.
Chi decide di aderire al regime forfettario, lo fa soprattutto perchè è attratto dalla prospettiva di pagare un’imposta sostituiva al 5% (nuove attività) o al 15%.
Tuttavia, tale sistema di tassazione non consente la deduzione analitica dei costi. Dunque prima di aderire al regime forfettario, bisogna valutare se l’abbattimento sul reddito previsto forfettariamente in favore di chi opera in regime forfettario copre i costi sostenuti per la propria attività. In alcuni casi, potrebbe essere conveniente il “regime ordinario” che permette di dedurre dal reddito il singolo costo sostenuto. A ogni modo, con il nuovo governo di centrodestra, la soglia ricavi/compensi di accesso al regime forfettario sarà alzata da 65.000 euro a 100.000 euro. Un’ulteriore novità, potrebbe essere quella di applicare la tassa piatta, al 5% al 15%, anche per chi è in regime ordinario e solo per gli incrementi di reddito rispetto all’anno precedente.