Si alla riforma delle pensioni ma nel rispetto della sostenibilità del sistema pensionistico. In sintesi è questa la base della discussione avviata tra Governo e sindacati sulla c.d. riforma della pensioni. Il premier Draghi si è reso disponibile a seguire le proposte dei sindacati, mettendo nero su bianco un tassello dal quale non si può prescindere.
Dunque la sostenibilità del sistema pensionistico rappresenta la base per avviare la riforma delle pensioni.
La riforma delle pensioni. Dopo quota 102 c’è bisogno di stabilità
Fino al 31 dicembre sarà ancora possibile prenotare la pensione con la c.
Nel 2022 quota 110 sarà sostituita da quota 102.
Con quota 102, si potrà andare in pensione con un requisito anagrafico pari a 64 anni e un’anzianità contributiva minima di 38 anni. Con quota 100 invece è richiesto requisito anagrafico pari a 62 anni e di un’anzianità contributiva minima di 38 anni. Sia quota 100 che con quota 102, il Governo non ha fatto altro che rimandare un intervento di carattere permanente sul sistema pensionistico.
La priorità è quella del superamento della c.d. legge Fornero.
Da qui, la necessità di una vera e propria riforma delle pensioni.
Una riforma con una componente imprescindibile: la sostenibilità del sistema pensionistico
Proprio sulla riforma delle pensioni, Governo e sindacati hanno da poco avviato un tavolo di discussione per individuare gli elementi alla base della riforma. I sindacati premono per garantire ai contribuenti un accesso anticipato e soprattutto certezza sulle condizioni per ottenere il trattamento pensionistico.
C’è da dire che Draghi si è reso disponibile fin dall’inizio ad un confronto con i sindacati. Tuttavia, il premier è stato puntuale nel definire un tassello dal quale la riforma non può prescindere.
Ebbene, Draghi è consapevole che il nostro sistema pensionistico vada riformato ma tale obiettivo deve essere raggiunto nel rispetto di una condizione essenziale: la sostenibilità del sistema pensionistico come base per avviare la riforma delle pensioni.
Dunque, i sindacati sono avvisati. Si alla riforma ma alla base ci deve essere la consapevolezza che le risorse destinate alla riforma non sono illimitate.