Conoscere in anticipo il reddito sul quale pagare le imposte. E’ questo uno degli obiettivi che si pone il concordato biennale, una delle principali novità contenute nella legge di delega al Governo per la riforma fiscale.
Grazie al concordato biennale, il Fisco, avvalendosi di specifici software e dei dati a sua disposizione, dopo una fase di contraddittorio, proporrà a professionisti e imprese un reddito da tassare nel biennio. Laddove il contribuente accetti la proposta, non pagherà imposte e contributi sul reddito extra rispetto a quello oggetto di concordato.
A oggi, il concordato biennale è uno degli strumenti previsti con la legge delega per la riforma fiscale, ma sarà poi il Governo a mettere nero su bianco con appositi decreti legislativi le regole di funzionamento dello stesso istituto fiscale.
Il concordato biennale. Cosa prevede la legge delega per la riforma fiscale?
Come da dossier ufficiale sulla riforma fiscale, il Governo mira a introdurre un concordato preventivo biennale attraverso il quale i contribuenti avranno la possibilità di aderire alla proposta sviluppata dal Fisco, pagando quanto pattuito in due anni.
Il fisco individuerà il reddito da tassare e oggetto di concordato in base all’incrocio delle banche dati allo stesso accessibili, avvalendosi di appositi software.
Nella Relazione illustrativa che accompagna il testo della legge delega è evidenziato che:
la disposizione ha la finalità di favorire l’emersione di materia imponibile e di offrire al contribuente l’opportunità di rendere certa la propria posizione tributaria. Conseguentemente, sono considerati irrilevanti, ai fini delle imposte sui redditi e dell’IRAP nonché dei contributi previdenziali obbligatori, eventuali maggiori o minori redditi imponibili rispetto a quelli oggetto del concordato, fermi restando gli obblighi contabili e dichiarativi.
Detto ciò, vediamo come potrebbe funzionare il nuovo concordato biennale.
Concordato sul reddito per pagare le tasse: gli introiti vanno comunque dichiarati
Innanzitutto c’è da dire che la procedura in parola riguarderà autonomi, professionisti e imprese con un fatturato fino a 5,1 milioni (soglia Isa). La novità riguarda anche i contribuenti in regime forfettario.
Nella relazione illustrativa si parla forse impropriamente di soggetti di minori dimensioni.
A ogni modo, la procedura prevede:
- l’impegno del contribuente, previo contradditorio con modalità semplificate, ad accettare e a rispettare la proposta per la definizione biennale della base imponibile ai fini delle imposte sui redditi e dell’IRAP formulata dall’Agenzia delle entrate anche utilizzando le banche dati e le nuove tecnologie a sua disposizione ovvero, secondo una norma introdotta al Senato, anche sulla base degli indicatori sintetici di affidabilità per i soggetti a cui si rendono applicabili;
- l’irrilevanza ai fini delle imposte sui redditi e dell’IRAP nonché dei contributi previdenziali obbligatori di eventuali maggiori o minori redditi imponibili rispetto a quelli oggetto del concordato, fermi restando gli obblighi contabili e dichiarativi;
- l’applicazione dell’IVA secondo le regole ordinarie, comprese quelle riguardanti la trasmissione telematica dei corrispettivi e la fatturazione elettronica;
- la decadenza dal concordato nel caso in cui, a seguito di accertamento, risulta che il contribuente non ha correttamente documentato, negli anni oggetto del concordato stesso o in quelli precedenti, ricavi o compensi per un importo superiore in misura significativa rispetto al dichiarato ovvero ha commesso altre violazioni fiscali di non lieve entità.
Il vantaggio per il contribuente è quello di sapere in anticipo quanto pagherà di imposte. Il concordato riguarderà sia le imposte sul reddito che l’IRAP (per i soggetti che sono ancora debitori d’imposta).
Riassumendo.
- Grazie al concordato biennale, il contribuente potrà accordarsi con il Fisco per conoscere in anticipo le imposte da versare;
- laddove il contribuente accetti la proposta, non pagherà imposte e contributi sul reddito extra rispetto a quello oggetto di concordato;
- rimangono in essere gli ordinari obblighi contabili e dichiarativi.