Concordato preventivo 2024: senza proroga, rischio di insuccesso

La proroga del concordato preventivo biennale sarebbe essenziale per garantire l’applicazione efficace delle norme
1 mese fa
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Il tema del concordato preventivo biennale tiene banco in questi giorni di fermento in vista della scadenza per aderire. Ossia il 31 ottobre 2024, che coincide anche con la scadenza del Modello Redditi 2024 (anno d’imposta 2023).

Al centro del dibattito resta la necessità di una proroga della scadenza di adesione. A sollevare la questione è stato, qualche giorno fa, il Presidente del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, Elbano De Nuccio, che ha messo in luce le criticità emerse con l’avvicinarsi della scadenza e le difficoltà incontrate dagli operatori del settore.

Concordato preventivo biennale: tempistiche inadeguate

Le modifiche al concordato preventivo biennale sono state introdotte soltanto durante il mese di agosto. Sebbene siano state accolte con favore dagli operatori del settore, le tempistiche di applicazione si sono rivelate problematiche. A ciò si aggiunge che l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato una circolare esplicativa il 17 settembre, lasciando ai professionisti e ai contribuenti pochissimo tempo per familiarizzare con le nuove disposizioni e per poter elaborare le proposte necessarie.

In tale contesto, le scadenze imposte risultano difficili da rispettare. Secondo De Nuccio, i commercialisti e gli esperti contabili si trovano a fronteggiare notevoli difficoltà operative e interpretative, a causa del tempo estremamente ridotto a disposizione per completare i passaggi richiesti dalla normativa. La mancanza di un periodo adeguato di adattamento mette a rischio il buon esito delle procedure di concordato, ostacolando gli obiettivi stessi della misura e la sua applicazione concreta.

La necessità di una proroga per l’adesione

Le circostanze attuali rendono evidente la necessità di una proroga del termine del 31 ottobre per il concordato preventivo biennale. Una proroga sarebbe utile non solo per garantire ai professionisti il tempo sufficiente per studiare e applicare correttamente le nuove normative, ma anche per assicurare che i contribuenti possano usufruire appieno degli strumenti di risanamento previsti dalla legge.

La proroga richiesta non deve essere vista come un semplice slittamento della scadenza, ma come un’opportunità per rafforzare l’efficacia del concordato preventivo biennale, che altrimenti rischia di rivelarsi inefficace. Senza un allungamento delle tempistiche, infatti, le proposte di concordato potrebbero essere affrettate e incomplete, con conseguenze negative sia per i contribuenti che per l’intero sistema economico.

D’altronde l’Agenzia ENtrate ha dichiarato la data di adesione come perentoria. Questo significo NO all’adesione concordato preventivo nella dichiarazione tardiva/integrativa. Invece, via libera all’adesione concordato preventivo nella dichiarazione redditi correttiva nei termini.

Le preoccupazioni dei professionisti

Le criticità sollevate dal Presidente del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili sono condivise da molti operatori del settore. Molti commercialisti hanno infatti evidenziato le difficoltà nell’assistere i propri clienti in modo tempestivo e adeguato. La comprensione e l’applicazione delle nuove norme richiedono tempo, soprattutto quando le modifiche normative non sono accompagnate da una chiara linea guida interpretativa fin da subito.

Inoltre, i dubbi interpretativi sulle nuove disposizioni rappresentano un ulteriore ostacolo per chi è chiamato a redigere le proposte di concordato. I professionisti si trovano così a dover affrontare un contesto incerto, che richiede una notevole capacità di adattamento e un impegno straordinario per rispettare scadenze troppo stringenti. L’eventuale proroga consentirebbe di chiarire meglio alcuni aspetti e di risolvere le ambiguità normative. Ciò prima di procedere con l’implementazione del concordato.

Proroga concordato preventivo: considerazioni finali

Alla luce di queste problematiche, la proroga della scadenza del concordato preventivo biennale non appare soltanto auspicabile, ma necessaria. Essa rappresenta una misura di buon senso, capace di garantire l’effettiva applicazione delle normative. E di evitare un insuccesso che comprometterebbe non solo i singoli contribuenti, ma anche l’intero sistema economico e finanziario.

Per questi motivi, il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili continuerà a fare pressione affinché le istituzioni prendano in considerazione la richiesta di proroga. Solo così sarà possibile assicurare che il concordato preventivo biennale possa realmente rappresentare uno strumento efficace contro l’evasione fiscale. E a supporto della compliance, nel pieno rispetto degli interessi di tutti gli attori coinvolti.

Riassumendo

  • Necessaria proroga per il concordato preventivo biennale, scadenza attuale fissata al 31 ottobre.
  • Modifiche normative introdotte ad agosto e chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate arrivati a metà settembre.
  • Tempi ridotti creano difficoltà per professionisti e contribuenti nell’elaborare proposte di concordato.
  • Proroga permetterebbe applicazione efficace e riduzione di dubbi interpretativi delle nuove norme.
  • Senza proroga, rischio di insuccesso del concordato.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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