Condono e sanatoria: differenze tra cartella e ingiunzione ed esclusioni dalla tregua fiscale
Enti locali spesso non utilizzano l’Agente della Riscossione e quindi niente cartella esattoriale
Prima Equitalia (fino al 2017) poi Agenzia delle Entrate Riscossione.
In genere l’ingiunzione fiscale è la via adoperata perché più economica rispetto alla cartella esattoriale. Infatti l’aggio, cioè l’utile o il guadagno del concessionario alla riscossione, non è previsto nei casi di utilizzo del decreto ingiuntivo. Più economico non vuol dire con meno forza. Infatti l’ingiunzione fiscale ha la stessa forza della cartela esattoriale in materia di riscossione coattiva. Tra l’altro le regole dell’ingiunzione sono le stesse della cartella esattoriale e sortiscono gli stessi effetti con il perdurare del mancato pagamento da parte del contribuente.
Ingiunzioni di pagamento escluse dalla sanatoria? Per il momento sembrerebbe di sì
Se per quanto riguarda le cartelle, l’Ente preposto è Agenzia delle Entrate Riscossione e basta, per le ingiunzioni i soggetti abilitati possono essere diversi. E sono diversi quelli utilizzati dagli Enti locali. Presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze è presente l’elenco dei soggetti abilitati a questo genere di riscossione coattiva. Un elenco di soggetti privati che è stato prodotto con il Decreto Legislativo n°446 del 1997. L’assenza dell’aggio è un vantaggio anche per il contribuente che non si troverà nel corrispettivo da pagare anche l’utile per l’Agente della riscossione.
Come dicevamo, anche con l’ingiunzione fiscale gli effetti del mancato pagamento sono gli stessi della cartella. L’ingiunzione, come la cartella, è una intimazione di pagamento entro una determinata scadenza. Passata la quale il soggetto titolare del diritto di ingiunzione può passare alle maniere forti con fermi amministrativi e pignoramenti. Al momento, in base a quanto si legge nel testo della manovra, per la parte dedicata alla sanatoria delle cartelle, non c’è riferimento alle ingiunzioni.
Cosa accade ai decreti ingiuntivi di pagamento
Nelle ultime settimane la sanatoria delle cartelle è stata oggetto di alcune richieste di rettifica. Soprattutto per via delle lamentele dell’ANCI. L’Associazione Nazionale Comuni d’Italia ha infatti aperto una polemica sul fatto che il Governo ha deciso di avviare una sanatoria, prima di tutto senza consultare i sindaci e quindi gli Enti locali. E poi prevedendo una cancellazione d’ufficio o una rottamazione con sconti, anche sui tributi e le tasse che sono di competenza comunale. I Comuni lamentano di fatto il mancato gettito di questi crediti vantati nei confronti dei contribuenti e concittadini. E poi lamentano anche il mancato ipotetico incasso di questi crediti, perché per i bilanci di questi Enti locali anche i crediti potenzialmente non incassabili sono voci attive di bilancio.
In passato anche le ingiunzioni finirono nei poteri dei sindaci di dire di si a rottamazione o cancellazione
E proprio in risposta a queste esigenze dei Comuni che si è aperta una ipotetica strada che porta i Comuni a dover dare il loro placet alla sanatoria. In pratica devono essere le Giunte comunali a deliberare se favorire i loro debitori sia con la cancellazione d’ufficio delle cartelle che con la rottamazione quater. Significa che un sindaco potrebbe dire di no al fatto che dal carico dei suoi concittadini spariscano cartelle relative a balzelli di competenza comunale. Ma siamo nel campo delle ipotesi, con tutti i dubbi che verranno fugati solo a sanatoria completata e a Legge di Bilancio approvata.