Firenze, 30 Ottobre 2018. Lo scorso 24 ottobre è entrato in vigore il decreto sulla cosiddetta pace fiscale. L’ennesimo condono che tutti i governi, indipendentemente da quanto hanno promesso in campagna elettorale e indipendentemente dalle loro cosiddette buone intenzioni, hanno messo in atto. Quest’anno, sarà perché il governo è espressione di uno schieramento un po’ diverso dai soliti, sarà perché le aspettative diffuse erano per una politica diversa da quelle precedenti (costantemente accusate di essere permissive e lassiste), sarà perché per la prima volta c’è l’annullamento d’ufficio di alcuni crediti della pubblica amministrazione, l’attenzione dei contribuenti in materia sembra maggiore e, soprattutto, più estesa.
Noi siamo un’associazione di consumatori e tutti i giorni dispensiamo informazioni e consigli anche sui rapporti tra il contribuente e la pubblica amministrazione. Ma mai come in questi giorni ci è capitato di vedere accentuata l’attenzione verso questa “opportunità”. Anche da parte di persone che, per conoscenza regressa o per loro dichiarazioni di fede, mai avrebbero preso in considerazione di raggiungere il cosiddetto popolo dei condonati: cioè, e sono la maggior parte, coloro che fanno ricorso contro una qualche richiesta presunta illegittima da parte della pubblica amministrazione o di un privato solo dopo che – sottoposta la questione ad una nostra analisi – gli viene detto che secondo noi loro hanno ragione e il richiedente ha torto. E’ bene ricordare che quello dei ricorsi contro multe e bollette è un mondo “strano”, pieno di offerte di chi si propone come capace di trovare sempre ed ovunque il cavillo per annullare una qualche richiesta, anche in
presenza di richieste o cartelle o bollette ineccepibili; e visto il livello di pretese “per fare cassa”, insieme a quelle di veri e propri errori, che spesso la pubblica amministrazione avanza, nonché gli altrettanti veri e propri furti che talvolta i gestori di servizi tipo tlc ed energia cercano di perpetrare su utenti che loro ritengono disinformati ed imbecilli… il terreno è fertile.
Noi di Aduc – ripetiamo – analizziamo i singoli casi e consigliamo di muoversi solo in caso di errore o tentativo di furto della controparte.
Ma il nostro granitico convincimento civico e di rispetto istituzionale, oggi si confronta con l’avanzamento della cultura che, in altri tempi, sarebbe stata chiamata dei “furbetti”, ma che oggi sembra essere quella del “io-non-sono-fesso”.
Per capire, uno dei tanti esempi.
Cittadino ad Aduc. Buongiorno. Mi è arrivata una richiesta di pagamento da parte del Comune perché non avevo pagato la mensa alla scuola della figliola. Che faccio, condono?
Interlocuzione di Aduc. Ma, aveva pagato o no, a suo tempo? Oppure c’era una qualche esenzione che non era stata presa in considerazione o che lei si era dimenticato di citare?
Cittadino. No. Avrei dovuto pagare e non l’ho fatto perché ….
Interlocuzione di Aduc. E perché non vuole pagare, anche le penali, visto che comunque erano previste e lei lo sapeva?
Cittadino. Beh, non sono mica fesso. Con questo condono…
Interlocuzione di Aduc. Noi, se i soldi li doveva, consigliamo di pagare, magari verificando che le sanzioni siano quelle dovute e non abbiano strafatto. Comunque, faccia lei. Il condono oggi in corso non riguarda la finanza locale, a meno che i singoli comuni o regioni non aderiscano… ed è troppo presto per sapere chi vi ha aderito o meno. E poi, chi lo dice che nel frattempo non facciano un’estensione o cose del genere? Se vuole essere ligio e a posto con la sua coscienza civica, visto che lei non ha pagato, deve farlo. Poi, fra qualche mese o qualche anno si ritrova che chi non ha pagato ha fatto bene, visto che potrà non pagare in assoluto o farlo in seguito e senza penali e magari anche con lo sconto.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
COMUNICATO STAMPA DELL’ADUC
Associazione per i diritti degli utenti e consumatori