Sono un lavoratore dipendente e sto valutando la possibilità di prendere il congedo 104, ossia il congedo straordinario di 2 anni per assistere i disabili. Sto valutando questa cosa in quanto dovrei assistere mia madre disabile e voglio evitare di doverla affidare ad una casa di cura. Volevo però avere alcune informazioni. In particolare chiedo di sapere quali sono gli effetti del congedo sulla futura pensione, sulla tredicesima e sulle ferie che dovrebbero maturare in questi due anni di assenza dal lavoro.
Un nostro lettore ha inviato il redazione questa richiesta. Andiamo, quindi, a rispondere.
Chi può chiedere il congedo 104
Il legislatore italiano da sempre tende la mano ai lavoratori dipendenti che presentano la necessità di dover fornire assistenza ad un familiare disabile. Tra gli aiuti previsti c’è il congedo 104. Si tratta della possibilità di astenersi dal lavoro per un periodo massimo di 2 anni (anche non consecutivi).
Durante il periodo di assenza, il lavoratore non perde la retribuzione. Egli, infatti, percepirà un’indennità pari alla retribuzione ricevuta nell’ultimo mese di lavoro che precede il congedo, calcolata con riferimento alle voci fisse e continuative, entro un limite massimo di reddito rivalutato annualmente.
Non è da confondersi con il permessi 104.
Gli esclusi dal beneficio
Non tutti i lavoratori però sono ammessi al congedo 104. Ne sono, infatti, esclusi:
- lavoratori addetti ai servizi domestici e familiari
- lavoratori a domicilio
- lavoratori agricoli giornalieri
- lavoratori autonomi
- lavoratori parasubordinati
- lavoratori con contratto di lavoro part-time verticale, durante le pause di sospensione contrattuale.
Requisito fondamentale è che il lavoratore che chiede il congedo 104 abbia la residenza con il familiare disabile da assistere. C’è possibilità anche di un trasferimento di residenza temporanea.
Gli effetti del congedo 104 su ferie e altro
Come detto, il congedo 104 può avere una durata massima di 2 anni, che possono anche NON essere consecutivi.
Il limite è da intendersi complessivo fra tutti gli aventi diritto per ogni disabile grave.
Attenzione però agli effetti che il congedo 104 può avere su tutti i restanti diritti del lavoratore. Infatti, per espressa previsione di legge
i periodi di congedo non sono computati ai fini della maturazione di ferie, tredicesima e trattamento di fine rapporto.
Questo significa che per i periodo di congedo, il lavoratore non matura i ratei di tredicesima. Non matura nemmeno il TFR (quindi, l’azienda per quel periodo di congedo non accantonerà alcuna somma a questo fine) e non matura nemmeno i giorni di ferie. Per quel periodo di congedo 104, dunque, le ferie sono perse definitivamente.
Nessuna conseguenza, invece, sulla pensione. I periodi di congedo sono regolarmente computati come anzianità lavorativa e, pertanto, sono computati come anni di lavoro che daranno diritto alla pensione futura.