Entro il 29 febbraio 2024 alcuni possessori di immobili, anche se hanno pagato regolarmente acconto IMU 2023 e saldo IMU 2023, dovranno tornare alla cassa per versare l’eventuale importo a conguaglio.
Quanto detto è frutto della misura contenuta nella legge di bilancio 2024 con cui il legislatore ha deciso che si considerano tempestive, ed efficaci, le delibere IMU comunali caricate sul portale MEF entro il 30 novembre 2023 (invece che 14 ottobre 2023). E pubblicate sul sito del MEF stesso entro il 15 gennaio 2024 (invece che 28 ottobre 2023).
Qualcuno ci chiede di chiarire se il conguaglio, laddove dovuto, dovrà essere pagato anche da chi, prima del 29 febbraio 2024, ha venduto la casa.
Perché si ritorna alla cassa
Prima di chiarire la questione è doveroso spiegare il perché molti, entro il 29 febbraio 2024, potrebbero dover tornare a pagare un conguaglio IMU 2023.
Come noto, parliamo di un’imposta, di competenza comunale, che si paga in acconto e saldo. L’acconto IMU 2023 era da versarsi entro il 16 giugno 2023 mentre il saldo entro il 18 dicembre 2023 (il 16 era sabato). In base a quanto previsto dalla legge sull’IMU (commi 738-783 legge di bilancio 2020), l’acconto bisognava calcolarlo con le aliquote IMU del comune come in vigore nel 2022.
Il saldo di dicembre, invece, era da calcolarsi con le eventuali nuove aliquote 2023 se la nuova delibera IMU risultava trasmessa al MEF entro il 14 ottobre 2023 e pubblicata sul sito stesso entro il 28 ottobre 2023. In caso contrario, anche per il saldo IMU 2023 erano da applicarsi le stesse aliquote utilizzate per l’acconto.
La legge di bilancio 2024, entrata in vigore il 1° gennaio del nuovo anno (quindi, dopo il 18 dicembre 2023), è successivamente intervenuta stabilendo che limitatamente all’anno d’imposta 2023, si considerano valide le delibere comunali trasmesse al MEF entro il 30 novembre 2023 e pubblicate entro il 15 gennaio 2024. Quindi, molti contribuenti ora si vedranno costretti a ricalcolare l’IMU 2023 applicando le nuove aliquote efficaci.
Va da sé che, laddove quanto già versato sia superiore, si potrà chiedere al comune a rimborso la differenza secondo le ordinarie regole.
Conguaglio IMU 2023, alla cassa anche chi ha venduto
Dopo la dovuta ricostruzione, occorre ricordare che il presupposto dell’IMU è il “possesso” dell’immobile. Dove per possesso si intende la proprietà o la titolarità di altro diritto reale di godimento.
Inoltre l’IMU è un tributo dovuto per anno solare (12 mesi) e in base alla percentuale e mesi di possesso nell’anno medesimo. Si considera per intero il mese in cui il possesso si è protratto per più della metà dei giorni di cui il mese stesso si forma.
In applicazione di tutte dette regole, dunque, anche chi ha venduto l’immobile dopo il saldo 2023 e prima del 29 febbraio 2024 sarà chiamato a versare, se dovuto, il conguaglio IMU 2023. Ciò, in quanto tale conguaglio interessa il tributo come di competenza dell’anno 2023 e non del 2024. Cosa diversa, invece, sarà per l’IMU 2024 (acconto e saldo) nel cui calcolo il contribuente dovrà tener conto della vendita, nel frattempo, avvenuta.
Riassumendo…
- la legge di bilancio 2024 manda alla cassa molti possessori di immobili per versare il conguaglio IMU 2023
- il versamento, dell’eventuale differenza a debito, dovrà farsi entro il 29 febbraio 2024
- dovrà andare alla cassa anche chi, dopo il saldo 2023 (18 dicembre 2023) e il 29 febbraio 2024, ha venduto l’immobile
questo perché l’IMU è un tributo dovuto per anno solare (12 mesi) in base alla percentuale e mesi di possesso nell’anno.