Si parte, da ottobre 2022 e fino a gennaio 2023, ci sono conguagli pensioni. Si tratta di piccoli aumenti mensili dovuti per l’applicazione alcune misure volute dal legislatore per contrastare la perdita del potere di acquisto dell’assegno pensionistico mensile.
Perdita del potere di acquisto causata da un tasso di inflazione che si è assestato intorno all’8% e che sta portando pensionati e lavoratori allo stremo tra caro bollette e caro prezzi in generale. Arrivare a fine mese oggi è davvero diventato difficile (anche in famiglie dove lavorano entrambi i coniugi e ci sono figli da mantenere con scuola, università, ecc.).
Dall’anticipo rivalutazione, al nuovo bonus 150 euro una tantum. Senza poi dimenticare la tredicesima che arriverà a dicembre e la maxi rivalutazione che sarà applicata nel primo mese del 2023. Questi piccoli aumenti proveranno a dare un po’ di respiro a chi è in pensione, ma sarà solo un piccolo contentino in quanto come ci apprestiamo a vedere si tratta di importi abbastanza esigui (tranne tredicesima e bonus 150 euro).
Conguaglio pensioni, tra anticipo rivalutazione e tredicesima
A partire dal mese di ottobre 2022, ci sarà l’anticipo rivalutazione deciso con il decreto Aiuti bis. Ci sarà un aumento lordo mensile del 2% da applicare sui mesi di ottobre, novembre e dicembre di quest’anno.
Quindi, ad esempio, una pensione di 1.000 euro subirà un aumento lordo di 20 euro mensili. Un conguaglio pensioni che però a netto diventa di importo davvero esiguo.
A questi si aggiungeranno altri soldi per via del conguaglio della rivalutazione del 2022. A gennaio 2022 la rivalutazione fu dell’1,7%, invece, il tasso effettivo da applicare è dell’1,9%. Quindi, un ulteriore aumento di 0,2 punti percentuali. Questo significa che la pensione di 1.000 euro avrà un aumento di altri 2 euro mensili (per ottobre, novembre e dicembre ed in più anche per gli arretrati da gennaio). Si tenga, tuttavia, presente che questi conguagli pensione interessano solo quei pensionati con una pensione mensile lorda non superiore a 2.692 euro (35.000 euro l’anno).
A dicembre poi arriva la tredicesima ed a gennaio 2023 la maxi rivalutazione. Si sarà una maxi rivalutazione poiché si presume che il tasso di inflazione a cui le pensioni dovranno essere adeguate non scenderà al di sotto dell’attuale circa 8%.
Il nuovo bonus 150 euro pensionati
A novembre 2022 sarà pagato anche il nuovo bonus 150 euro una tantum voluto con il decreto Aiuti ter. Un sussidio che funzionerà come quello di 200 euro dello scorso luglio. Quindi:
- sarà pagato direttamente dall’INPS
- una sola volta
- sul cedolino pensione di novembre 2022
- per averlo è necessario che il pensionato rispetto un certo requisito reddituale.
Proprio con riferimento a quest’ultimo è stabilito che il conguaglio pensioni di 150 euro di novembre spetterà solo a coloro che nel 2021 hanno avuto un reddito personale non superiore a 20.000 euro (e non invece 35.000 euro come previsto per il bonus 200 euro).
Dal calcolo del reddito personale occorre togliere:
- i trattamenti di fine rapporto comunque denominati
- il reddito della casa di abitazione
- le competenze arretrate sottoposte a tassazione separata.
Il beneficio spetterà non solo ai titolari di pensione ordinaria, ma anche a chi per esempio percepisce indennità di accompagnamento o pensione 104. Il bonus 150 euro anche per pensione di reversibilità. Insomma una platea di pensionati abbastanza ampia.