Tutela effettiva sotto i 100.000 euro?
In verità, il governo avrebbe facoltà di intervenire per impedire che siano intaccati i conti bancari sopra i 100.000 euro, qualora ritenesse che ciò possa destabilizzare la tenuta del sistema creditizio del paese. E difficilmente si potrebbe pensare il contrario, visto che se fossero toccati i conti dei correntisti di una banca, si potrebbe scatenare una corsa agli sportelli dei risparmiatori anche delle altre banche, di fatto provocando una crisi d’insolvenza generalizzata. Al di sotto dei 100.000 euro, invece, per quanto detto sopra, non dovrebbero esserci problemi.
Attenti, però, perché le cose stanno un po’ diversamente da come ce le raccontiamo. I conti fino a 100.000 euro sono garantiti dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD). Questi viene alimentato ogni anno dalle banche aderenti, a copertura solo parziale dell’ammontare dei conti potenzialmente da garantire. Stando ai calcoli effettuati sui dati offerti dallo stesso Fondo, attualmente ammonterebbe a poco più di 500 miliardi di euro il valore dei risparmi tutelati, a fronte dei quali risultano accantonati 1,7 miliardi. Ora, è vero che sarebbe inutile e spropositato che il Fondo disponesse di tutti i 500 miliardi potenzialmente necessari per salvare l’intero risparmio garantito degli italiani, ma le somme ad oggi stanziate dalle banche per i casi di necessità di intervento rappresentano appena lo 0,33% della cifra totale da garantire. Un po’ pochi, persino per gli standard europei, se è vero che l’
Unione bancaria, ovvero la realizzazione della disciplina comune per i salvataggi degli istituti nell’Eurozona, ha previsto che entro 10 anni, tutti i fondi degli stati membri dovranno dotarsi di stanziamenti non inferiori allo 0,8% delle somme potenzialmente garantite.