Quadro politico cambiato nelle ultime settimane
Fino a poche settimane fa, la risposta sarebbe stata certamente di no. Oggi, il quadro politico e finanziario sembra un po’ mutato. Il governo Renzi è sotto attacco da parte della Commissione europea e tra gli argomenti di maggiore scontro c’è proprio quello delle banche. La Germania ritiene che debba trovarsi una volta per tutte una soluzione per la crisi dell’Italia e che siano le elevate sofferenze bancarie a impedire la ripresa del Bel Paese.
Inoltre, i commissari ritengono che il nostro paese stia godendo persino eccessivamente della flessibilità sui conti pubblici e che questa sia sprecata per misure poco ortodosse, come il taglio delle tasse in deficit. Appare molto improbabile che il governo Renzi colpisca i conti degli italiani con un prelievo forzoso, perché nessun esecutivo politico verosimilmente lo farebbe. Il 1992 fu una situazione eccezionale e anche quello di Giuliano Amato, in fin dei conti, fu un governo di emergenza. Ma il discorso cambia, se all’orizzonte si affacciasse l’ipotesi di un
ritorno dei tecnici, come Mario Monti alla fine del 2011. Stavolta, l’Europa incrementerebbe la pressione su Roma, affinché sia aggredito il ricco patrimonio privato degli italiani, pari a 5,5 volte il pil. E c’è una ricchezza liquida, prontamente disponibile, che farebbe gola a qualsiasi governo tecnico; parliamo dei 1.700 miliardi di depositi bancari, di cui 300 delle società non finanziarie. Una
tassa patrimoniale “una tantum”, magari con il nome di incremento dell’imposta di bollo, dell’1% porterebbe subito nelle casse dello stato 17 miliardi, più dell’1% del pil, se l’aliquota si applicasse a tutti i conti. Se si escludessero quelli fino a 100.000 euro per ragioni di pace sociale, gli introiti sarebbero comunque 10 miliardi e magari potrebbero salire con un’aliquota più elevata.