I conti deposito iniziano a fare concorrenza ai titoli di stato, ma ancora poche offerte buone

Le banche italiane si svegliano e iniziano ad offrire conti deposito più allettante ai clienti per fare concorrenza ai titoli di stato.
1 anno fa
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Conti deposito più appetibili per i risparmiatori
Conti deposito più appetibili per i risparmiatori © Licenza Creative Commons

I titoli di stato italiani offrono rendimenti fino al 5% e anche più? E’ tempo anche per le banche di riorganizzarsi per non subire l’inesorabile declino della liquidità dei clienti. Nell’ultimo anno, 76,5 miliardi di euro hanno lasciato gli istituti di credito, perlopiù alla ricerca di remunerazione. Dalla fine del 2021, gli investimenti delle famiglie in BTp sono quasi raddoppiati, segnando +139,2 miliardi al 31 agosto scorso. E i conti deposito stanno cercando di reagire con offerte allettanti e tali da contenere almeno i danni.

In banca a settembre risultavano depositati 1.764 miliardi di risparmi. Sono principalmente due gli strumenti utilizzati dai clienti: i conti correnti su cui effettuare accrediti e addebiti e i conti deposito per ottenere una minima remunerazione. A differenza dei primi, questi sono vincolati, nel senso che il denaro non può essere prelevato prima della scadenza pattuita, a meno di perdere in tutto o in parte il tasso di interesse fino a quel momento accumulato. Molte offerte da anni prevedono ormai il cosiddetto tasso di retrocessione, una salvaguardia minima a favore dei clienti per i casi di prelievo anticipato.

Tassi al 10,5% con Smart Bank

I conti deposito a settembre offrivano mediamente lo 0,83%. Numeri infimi, che hanno indotto in estate il governo ad imporre una tassa sui profitti “extra” delle banche, al fine di stimolare l’aumento dei tassi offerti sui risparmi. Tuttavia, i dati medi possono essere fuorvianti. Le grandi banche italiane continuano ad offrire una miseria, mentre le realtà minori si stanno ingegnando nel tentativo di sottrarre quote di risparmio alla concorrenza e di evitare deflussi a favore dei titoli di stato.

Negli ultimi giorni sta facendo discutere l’offerta lanciata da Smart Bank del gruppo Cirdan. Essa prevede l’apertura di conti deposito della durata di tre o quattro anni e con tassi pari al 100% del rendimento nel frattempo esitato dall’indice Ftse Mib.

L’accredito della performance avviene per intero alla scadenza. Tuttavia, la banca può decidere dopo un anno e con cadenza trimestrale di effettuare il rimborso anticipato al cliente. In quel caso, per i vincoli triennali gli sarebbe riconosciuto un tasso di interesse del 9% all’anno e per quelli quadriennali del 10,50%. Chiaramente, oltre al capitale iniziale. Questi è garantito anche per il caso di performance negativa dell’Ftse Mib.

Offerte conti deposito a lungo termine

Si tratta di conti deposito strutturati, particolari per le caratteristiche indicate. Ad ogni modo, si affacciano sul mercato altre offerte anche a lungo termine, vale a dire della durata di sette, dieci e persino venti anni. I tassi arrivano anche al 7%. Una novità, se consideriamo che generalmente la durata di un conto vincolato arriva ad un massimo di 36-48 mesi. Molte piccole banche, però, stanno cercando di attirare liquidità a lunga scadenza, evidentemente nel tentativo di irrobustirsi sul mercato del credito.

Viene da chiedersi, però, quale possa essere la motivazione che spinga gli istituti ad offrire tassi elevati per un periodo prolungato, se sappiamo che con ogni probabilità nel medio-lungo termine i tassi di mercato si abbasseranno. Ecco perché bisogna restare accorti anche quando si decide di spostare parte dei propri risparmi su conti deposito. L’affidabilità della banca è importante, sebbene le giacenze siano garantite fino a 100 mila euro. D’altra parte, il discorso vale anche per lo stato italiano. Investire in BTp non significa soltanto spuntare un rendimento del 4-5% lordo all’anno, bensì prestare denaro a un debitore che di anno in anno annaspa tra deficit fiscale da finanziare e tassi di interesse in aumento.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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