Conto corrente: come fare per ereditarlo e quanto si paga di imposte

Ecco le info su come funziona l'eredità del conto corrente e come agisce la Banca nel caso in cui il titolare del conto venga a mancare.
7 anni fa
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Alle volte capita di scontrarsi con la Banca nel caso in cui si voglia sbloccare il conto corrente di un parente defunto lasciato in eredità. Per recuperare tale somma, infatti, la Banca richiede che la persona che richiede l’eredita presenti una certificazione che attesti il suo legame con il defunto. Inoltre, in alcuni casi, viene anche richiesto il consenso degli altri eredi nel caso ce ne siano. Ecco allora le info su come funziona l’eredità del conto corrente e come agisce la Banca nel caso in cui il titolare del conto venga a mancare.

Quanto si pagano le imposte sul conto corrente in eredità?

Quando si riceve in eredità un conto corrente non basta portare alla Banca un certificato di morte ed un’autocertificazione che attesi la parentela con il defunto. La prima cosa da fare, infatti, per dichiarare un conto corrente in eredità, è la dichiarazione di successione sulla quale però vanno pagate delle tasse. Quelle più basse, ovvero al 4% del valore dell’eredità netta (meno i debiti) se essa supera il milione di euro, sono pagate se il conto apparteneva al figlio, al coniuge o anche al padre.

Se il conto corrente invece era di una sorella o di un fratello, le spese di successione sono pari al 6% sempre per l’eredità netta se quest’ultima supera i centomila euro. Qualora il conto apparteneva a parenti fino al quarto grado, invece, sull’eredità netta si applicano le imposte di successione al 6%. Infine, se il conto era di persone affini in linea retta o collaterale entro il terzo grado, allora le imposte di successione sono al 6%. In tutti gli altri casi le imposte sono all’8%.

Morte titolare del conto corrente: cosa fa la Banca?

Quando la Banca ha la certezza che il titolare di un conto corrente o di un libretto di risparmio muore, allora congela il conto fino alla chiusura della successione.

Ciò significa che il cointestatario non può prelevare anche nel caso in cui esso sia, ad esempio, la moglie del defunto. Il conto corrente di quest’ultimo, comunque, resta aperto ma in maniera parziale. Su di esso infatti possono essere esercitate delle funzioni ordinarie come il deposito dei soldi, i versamenti ma anche la custodia dei titoli. Se il conto veniva utilizzato dal defunto per pagare le bollette o l’affitto di casa, esso può restare funzionante ma solo se gli eredi ne faranno espressa richiesta e solo se sul conto ci sarà credito sufficiente.

Nel caso in cui sul conto non vi sia abbastanza credito per pagare le utenze, gli eredi potranno fare un versamento ma il recupero di tale denaro potrà avvenire solo al termine della chiusura della pratica di successione.

Infine, qualora un erede voglia sapere se in quella Banca il suo parente aveva un conto in essere, dovrà presentarsi agli sportelli munito di un certificato di morte ed un atto notorio che dimostri il rapporto di parentela e quindi il titolo di erede.

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alessandradibartolomeo

Da novembre 2016 fa parte della redazione di InvestireOggi curando la sezione Risparmio, e scrivendo su tematiche di carattere politico ed economico. E’ Giornalista pubblicista iscritta all'ODG della Campania.
Dopo una formazione classica, l’amore per la scrittura l’ha portata già da più di dieci anni a lavorare nell’ambiente del giornalismo. Ha collaborato in passato con diverse testate online, trattando temi legati al risparmio e all’economia.

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