Conto corrente: illegittimo il controllo del fisco, ma solo in alcuni casi. Vediamo quali

Stop al “grande fratello” del fisco e, questa volta, a stabilirlo è stata la Suprema Corte di Cassazione.
5 anni fa
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banca e conto corrente

Secondo una recente sentenza delle Corte di Cassazione, l’amministrazione finanziaria non può effettuare i controlli sui conti correnti dei soci di una società di capitali, o, almeno, nella maggior parte dei casi.

Una sentenza storica che, siamo sicuri, farà giurisprudenza, anche se, in realtà, allo stato attuale, esiste un altro orientamento giurisprudenziale di tutt’altra visione. Ma andiamo per ordine.

Accertamenti fiscali: la dottrina prevalente

Secondo la dottrina prevalente, ai sensi dell’art. 32 del dpr 600/73, e dell’art. 51 del dpr 26 ottobre 1972, n.

633, inerenti rispettivamente alle imposte sui redditi e all’Imposta sul Valore Aggiunto, l’amministrazione finanziaria è legittimata a procedere all’accertamento fiscale anche attraverso controlli sui conti bancari intestati a terzi, ma ritenuti connessi alla liquidità del contribuente stesso.

Ad esempio, conti intestati al coniuge o al agli amministratori di una società di persone o di capitali (come nel caso di una Srl).

Si legga, fra gli altri: “Accertamenti fiscali: si può controllare anche il conto corrente della moglie”.

Nessun controllo dei conti correnti dei soci di Srl

Con la recente sentenza della Suprema Corte di Cassazione n. 33596 del 18 dicembre 2019, la dottrina di base, di cui sopra, è stata sostanzialmente ribaltata.

Con questa sentenza, di fatto, è stato accolto il ricorso di una Società a Responsabilità Limitata su cui sono stati controllati, oltre al conto corrente intestato alla società, anche i conti bancari degli stessi soci.

I giudici della corte di cassazione, attraverso la sentenza sopra citata, hanno stabilito che: “le indagini bancarie nei confronti di una società a responsabilità limitata possono essere estese ai conti correnti dei soci della stessa solo se sussistano elementi indiziari per far ritenere che tali conti sono stati utilizzati per occultare operazioni fiscalmente rilevanti”.

Nella vicenda di cui sopra, tali fattispecie di operazioni non sono state rilevate e, per tale motivo, è stato accolto il ricorso del contribuente.

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