Da quest’anno cambiano le regole per i conti correnti e in senso peggiorativo per i clienti. Sarà sufficiente uno “sconfinamento” di poca entità per vedersi bloccati gli addebiti automatici (pagamenti di rate, imposte, utenze domestiche e contributi previdenziali) e rischiare la segnalazione al CRIF come cattivo pagatore. L’EBA, l’Autorità bancaria europea, ha fissato nuove condizioni più penalizzanti per i risparmiatori e, in un certo senso, per le stesse banche. Nei dettagli, se il saldo di un conto corrente andrà in rosso di 100 euro per un titolare privato o di 500 euro per un’impresa, la banca non potrà più provvedere ai pagamenti automatici a carico del cliente e decorsi 90 giorni dall’insorgere dello “scoperto”, scatta la segnalazione alla Centrale Rischi Finanziari della Banca d’Italia.
La conseguenza più grave per un correntista consiste, quindi, nell’essere iscritti al CRIF come cattivo pagatore. Trattasi di un database consultabile dagli intermediari finanziari per valutare il merito creditizio del cliente. E’ cattivo pagatore chi è in ritardo con il pagamento di una o più rate di un finanziamento. Ben peggiore è la condizione del protestato, soggetto che si è reso inadempiente del pagamento di un titolo esecutivo, come assegno o cambiale.
Ma anche il cattivo pagatore va incontro a situazioni spiacevoli fino a quando il suo nome non resterà segnalato al CRIF (per almeno 30 giorni e, comunque, fino a quando non salderà il suo debito). Le banche e le società finanziarie, infatti, molto difficilmente erogano prestiti a un soggetto considerato a rischio, in quanto accertato che sia stato moroso. Per molti, ciò preclude l’accesso al credito. Davvero impossibile ottenere un finanziamento? Non del tutto.
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Rimediare con la cessione del quinto
Una scappatoia possibile per cattivi pagatori e protestati è la cessione del quinto (dello stipendio o della pensione).
Perché la cessione del quinto è accessibile anche ai clienti più a rischio? Per il semplice fatto che il creditore dispone di una garanzia automatica sulla quale rivalersi e anche per il caso di cessazione del rapporto di lavoro del debitore, grazie al TFR. Il cliente non ha modo di sfuggire ai pagamenti, i quali tecnicamente sono effettuati da terzi – il datore di lavoro o l’ente di previdenza – a ulteriore rassicurazione del creditore. Aspetto non da sottovalutare, poi, che la cessione del quinto sia un finanziamento personale, vale a dire non bisogna fornire spiegazioni circa l’utilizzo che s’intenda fare della liquidità ottenuta. Grazie a tutte le suddette caratteristiche, i tassi d’interesse applicati risultano generalmente bassi, inferiori a quelli mediamente praticati su altre forme di prestiti.
Va da sé, però, che non tutti i cattivi pagatori possano accedere alla cessione del quinto. Non di certo coloro che fossero sprovvisti di una busta paga o di una pensione, vale a dire disoccupati, casalinghe, studenti, lavoratori autonomi, liberi professionisti e imprenditori, ma anche lavoratori “atipici” e quelli subordinati con contratto a tempo determinato.
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