Conto corrente in Svizzera: tutto quello che c’è da sapere per essere in regola

Il fisco controlla oggi anche i conti correnti degli italiani in Svizzera. Cosa denunciare e quali imposte pagare: il quadro RW della dichiarazione dei redditi.
5 anni fa
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Swiss currency 100 CHF bank notes - Zurich airport background

Aprire un conto corrente in Svizzera per una persona residente in Italia è lecito ed è anche più semplice che nel nostro Paese. La burocrazia è più snella e le spese di tenuta conto e commissioni bancarie sono di semplice lettura. Lo sanno bene i lavoratori frontalieri il cui datore di lavoro versa obbligatoriamente lo stipendio su banche svizzere per cui il lavoratore è tenuto ad aprire un conto corrente in loco per farsi accreditare lo stipendio.

Il conto corrente in Svizzera

La legge italiana obbliga però i residenti in Italia a dichiarare i beni detenuti all’estero, compresi i conti correnti e i depositi ad esso collegati.

Dal 2017, poi, è attivo lo scambio automatico di informazioni fra la Svizzera e l’Italia nell’ambito dell’attività di monitoraggio fiscale e per la lotta al riciclaggio, per cui è bene che il contribuente sappia come deve comportarsi per essere in regola col fisco in Italia. Poiché oggi tutte le informazioni viaggiano in automatico su internet attraverso l’incrocio di banche dati, la segretezza del conto in Svizzera non esiste più per le persone fisiche residenti in Italia.

La dichiarazione nel quadro RW

Il conto corrente svizzero aperto da un soggetto residente fiscalmente in Italia obbliga il contribuente alla compilazione dell’apposito quadro RW del modello Unico di dichiarazione dei redditi nel quale verranno indicate le somme detenute. Qualora la giacenza media annua superi i 5.000 euro, il contribuente dovrà versare l’imposta Ivafe di euro 34,50 a mezzo modello F24, come avviene per i conti correnti italiani soggetti a imposta di bollo. Diversamente il conto corrente svizzero sarà causa di sanzioni e di notevoli problematiche che possono portare anche a risvolti penali.

I controlli dell’Agenzia delle Entrate

Le banche svizzere, infatti, sono obbligate dalla legge elvetica a comunicare alle autorità fiscali interne i rapporti di conto corrente aperti a favore di non residenti che saranno resi noti al fisco del Paese di appartenenza.

Così il conto corrente del lavoratore frontaliero residente in Italia sarà conosciuto dall’Agenzia delle Entrate che verificherà se è stato compilato il quadro RW della dichiarazione dei redditi. Non sono pochi i casi in cui l’Agenzia delle Entrate invita i frontalieri o chi detiene conti correnti svizzeri a regolarizzare la propria posizione versando, all’occorrenza, anche i 34,20 euro di Ivafe con le dovute sanzioni per ritardata denuncia.

Gli accordi per lo scambio di informazioni fra Italia e Svizzera

Stando ai recenti accordi raggiunti fra Italia e Svizzera, nell’ambito dello scambio di informazioni fiscali, le Autorità Italiane debbono, obbligatoriamente, essere informate dell’esistenza dei conti detenuti all’estero da parte dei residenti fiscali italiani la cui movimentazione durante l’anno abbia superato la consistenza media di  5.000 euro. L’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) ha predisposto uno standard globale per lo scambio automatico di informazioni tra paesi (Automatic Exchange Of Information – AEOI) fra i quali vi è anche la Svizzera. Lo standard OCSE, definito Common Reporting Standard (CRS), prevede lo scambio automatico annuale tra Autorità Fiscali di informazioni fornite dalle Istituzioni Finanziarie di ciascun Paese.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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