In quali casi può scattare con più facilità l’accertamento fiscale? Il Fisco controlla, in particolare, 3 movimenti sul conto corrente: prelievi, versamenti e bonifici sospetti, fuori dalla portata del contribuente.
L’Agenzia delle Entrate è in grado di conoscere molto bene le nostre tasche, attinge informazioni dal Registro dei Rapporti Tributari e controlla il transito di denaro contante dei conti correnti.
Il Fisco si allerta quando un deposito bancario genera sospetti. Basta poco (un semplice versamento ingiustificato) per far partire un accertamento fiscale senza preavviso e per subire una sanzione fiscale.
Conto corrente: il Fisco a caccia di redditi non dichiarati
I controlli diretti sul conto corrente da parte del Fisco si fondano su una presunzione di base: la presunzione di incassi omessi dalla dichiarazione, di redditi non dichiarati. Almeno fino a prova contraria: al contribuente spetta l’onere della prova, deve giustificare con una prova valida la provenienza di denaro contante. In mancanza di prove, il Fisco sanziona la somma di denaro ‘sospetta’ ricevuta e procede con la tassazione anche se deriva da introiti da lavoro.
L’Agenzia delle Entrate sanziona i redditi provenienti da introiti in nero.
Qualsiasi movimento di denaro (prelievo, versamento, bonifico) può essere contestato dal Fisco.
Con il bonifico il trasferimento di denaro è tracciabile: è necessario indicare la causale associata al movimento di denaro. Quando un bonifico viene accreditato inaspettatamente, hai due chance per evitare di allertare il Fisco:
– indicare l’importo del bonifico nella denuncia dei redditi dichiarando somme percepite inaspettatamente;
– giustificare con una prova valida la provenienza del denaro non tassabile.
Non va dichiarato tutto nella dichiarazione dei redditi. Ad esempio, donazioni, vendite di oggetti usati, una vincita al gioco, risarcimenti, rimborsi spese, trasferte sono esclusi dall’obbligo di dichiarazione.
Conto corrente: trasferimenti, versamenti, bonifici tra coniugi e parenti
Un trasferimento di denaro ad un coniuge non salva dai controlli fiscali perché qualsiasi intestazione fittizia di movimenti bancari rientra nella lotta all’evasione fiscale.
Spesso, sono riconducibili proprio ai familiari intestazioni di beni mobili e immobili, trasferimenti di denaro, che fino a prova contraria per il Fisco rappresentano introiti non dichiarati.
Versare soldi sul conto corrente del coniuge è normale ma, quando i movimenti sono frequenti (bonifici, giroconti), il Fisco si allerta presumendo incassi in nero o che il tenore di vita del contribuente non corrisponda ai redditi dichiarati.
Il Fisco, per accertamenti fiscali sui redditi in nero, ha il potere di controllare il conto corrente dei parenti. Lo stabilisce la sentenza n. 18109/2021 della Cassazione.