Non lasciate troppi soldi sul conto corrente, ecco il rischio a cui andate incontro

L'eccessiva liquidità in banca crea diversi rischi a carico dei risparmiatori. Può diventare una trappola per topi.
3 anni fa
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conti correnti

I risparmi degli italiani lievitano in piena pandemia. L’ultimo rapporto mensile dell’Abi ci spiega che in banca possedevamo liquidità per 1.775 miliardi di euro a maggio, in crescita di 135 miliardi in un anno. Il trend è uguale in gran parte del mondo. I “lockdown” hanno ridotto le occasioni di consumo e sostenuto i risparmi. Tuttavia, lasciare troppa liquidità sul conto corrente è rischioso.

Da anni sappiamo che la banca ci offre interessi azzerati sui risparmi che le affidiamo in forma di depositi.

Non solo questi sono nettamente sotto il tasso d’inflazione, ma da qualche mese anche alcuni istituti italiani hanno iniziato ad informare i clienti che sopra una certa soglia (100.000 euro), il conto corrente rischia di essere loro chiuso. Quand’anche ci collocassimo sotto tale limite, tra tassi a zero, imposta di bollo e un’inflazione già salita all’1,3%, ogni anno mandiamo in fumo un pezzo di capitale.

Conto corrente a rischio stangata

Ma il conto corrente può diventare una vera trappola per topi. Ieri, un emendamento del PD per riformare i valori catastali è stato bocciato in Parlamento, mentre la patrimoniale non compare nella riforma fiscale del governo Draghi. In teoria, buone notizie per i contribuenti. Le ipotesi più vampiresche sarebbero state respinte. Eppure, non c’è governo che non adocchi quella immensa ricchezza liquida sul conto corrente, facilmente aggredibile e con previsioni di gettito non indifferenti, pur una tantum.

In effetti, se c’è una ragione per cui quando si parla di imporre una patrimoniale tout court, alla fine non si arriva a nulla, è perché risulta difficile monetizzare la ricchezza immobiliare e finanziaria degli italiani. Se non ho liquidità per pagare l’imposta e posseggo un patrimonio immobiliare di svariati milioni di euro, per caso dovrei venderne una fetta per saldare il conto con lo stato? Questo non è un problema, però, per la ricchezza liquida.

Il conto corrente è stato già parzialmente espropriato nel 1992, quando all’allora governo Amato impose un prelievo forzoso dello 0,6% e, chiaramente, senza preavviso.

Ora, ammassare liquidità sul conto corrente dovete vederla come un pusher che quotidianamente porti sotto la finestra di un ex tossicodipendente una nuova dose di droga. Questi resisterà una, dieci, cento volte, ma a un certo punto rischia di ricadere in tentazione. Ecco, lo stato è l’ex tossicodipendente, mentre noi tutti risparmiatori siamo i suoi pusher inconsapevoli. Non mettiamo troppo alla prova il nostro vecchio cliente.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

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