I risparmi degli italiani lievitano in piena pandemia. L’ultimo rapporto mensile dell’Abi ci spiega che in banca possedevamo liquidità per 1.775 miliardi di euro a maggio, in crescita di 135 miliardi in un anno. Il trend è uguale in gran parte del mondo. I “lockdown” hanno ridotto le occasioni di consumo e sostenuto i risparmi. Tuttavia, lasciare troppa liquidità sul conto corrente è rischioso.
Da anni sappiamo che la banca ci offre interessi azzerati sui risparmi che le affidiamo in forma di depositi.
Conto corrente a rischio stangata
Ma il conto corrente può diventare una vera trappola per topi. Ieri, un emendamento del PD per riformare i valori catastali è stato bocciato in Parlamento, mentre la patrimoniale non compare nella riforma fiscale del governo Draghi. In teoria, buone notizie per i contribuenti. Le ipotesi più vampiresche sarebbero state respinte. Eppure, non c’è governo che non adocchi quella immensa ricchezza liquida sul conto corrente, facilmente aggredibile e con previsioni di gettito non indifferenti, pur una tantum.
In effetti, se c’è una ragione per cui quando si parla di imporre una patrimoniale tout court, alla fine non si arriva a nulla, è perché risulta difficile monetizzare la ricchezza immobiliare e finanziaria degli italiani. Se non ho liquidità per pagare l’imposta e posseggo un patrimonio immobiliare di svariati milioni di euro, per caso dovrei venderne una fetta per saldare il conto con lo stato? Questo non è un problema, però, per la ricchezza liquida.
Ora, ammassare liquidità sul conto corrente dovete vederla come un pusher che quotidianamente porti sotto la finestra di un ex tossicodipendente una nuova dose di droga. Questi resisterà una, dieci, cento volte, ma a un certo punto rischia di ricadere in tentazione. Ecco, lo stato è l’ex tossicodipendente, mentre noi tutti risparmiatori siamo i suoi pusher inconsapevoli. Non mettiamo troppo alla prova il nostro vecchio cliente.