Convenienza ridotta con frequenti invii dell’estratto conto
La convenienza di questo trucco tende a diminuire con l’aumentare della frequenza nell’invio dell’estratto conto della banca, perché oltre alla fatica di compiere frequenti operazioni di spostamento delle giacenze da un conto all’altro e viceversa, si perdono anche giorni utili per la maturazione degli interessi sul conto deposito, sempre ammesso che sia possibile svincolare le somme alla prima data necessaria per sottrarle all’imposizione fiscale, senza perdere del tutto gli interessi. Il costo di queste operazioni risiede, quindi, sia nella perdita degli interessi sul conto deposito per i giorni intercorrenti tra il trasferimento sul conto corrente al riaccredito sul conto deposito (non meno di 4), nonché nell’imposta di bollo da 8,55 euro ogni 3 mesi, sostenuta per la tenuta del conto corrente, anche se in quest’ultimo caso solo per le giacenze medie trimestrali superiori a 5.000 euro.
Non sempre è tecnicamente facile
Bisogna, poi, tenere in considerazione anche le difficoltà o la non convenienza nel disinvestire le somme accreditate sul conto titoli. Significherebbe vendere un pacchetto azionario e/o quote investite in fondi comuni, titoli di stato, bond, al solo fine di sfuggire all’imposta di bollo, dovendo dopo qualche giorno reinvestire le somme nei titoli suddetti.
Poco pratico, forse per niente conveniente. Resta il ragionamento generale, che specie per somme elevate appare una buona soluzione del tutto legale – è bene precisare – per minimizzare il carico fiscale su un conto deposito o un conto titoli.