Tassi di interesse più alti per il conto deposito e i Btp per contrastare l’inflazione che avanza. La stima dell’Eurostat è infatti del 10,7% a ottobre contro il 9,9% di settembre.
Chi in questo periodo ha una piccola somma da parte, quindi, preferisce tenerla sul conto corrente come salvadanaio per eventuali imprevisti futuri. La scelta di lasciare i propri risparmi parcheggiati, però, comporta un duplice costo: il primo è quello legato agli effetti causati dall’inflazione sul potere di acquisto del proprio denaro.
Conto deposito e Btp
Per contrastare l’inflazione che avanza, molte banche hanno deciso di alzare i tassi di interesse del conto deposito. Le ultime sono state la banca Ing e Illimity Bank. La prima offre un tasso annuo lordo del 2,5% sulle somme vincolate in Deposito Arancio a dodici mesi a chi screditerà la pensione/stipendio aprendo il conto corrente entro il 31 dicembre.
La seconda, invece, fino al 28 novembre a chi aprirà un conto corrente Illimity darà la possibilità di attivare un deposito non svincolabile o libero. Quest’ultimo offrirà ovviamente tassi di interesse più bassi.
Nel primo caso, il rendimento lordo sarà dello 0,70% dopo 6 mesi, dell’1,15% dopo 1 anno, dell’1,20% dopo 18 mesi, del 2% dopo 2 anni, del 2,90% dopo 36 mesi, del 3% dopo 48 mesi e del 4% dopo 60 mesi.
Nel caso di conto deposito libero, dopo 6 mesi si avrà un tasso lordo dello 0,60%, dopo 12 mesi dell’1%, dopo 18 mesi dell’1,10%, dopo 24 mesi dell’1,50%, dopo 36 mesi del 2,10%, dopo 48 mesi del 2,50% e al termine dei 60 mesi del 3%.
I titoli di Stato
I rendimenti dei conti correnti sono pressoché nulli tranne qualche rara eccezione.
La differenza con il conto deposito è che se il Btp perde e lo si vuole rivendere in Borsa prima che scada, la perdita si riflette sul capitale. Il conto deposito, invece, dà la possibilità di svincolare il denaro (in molti casi anche quando si tratta di vincolato) conservando il capitale investito. Quello che si perde è il rendimento concordato. Se si sceglie un deposito libero, invece, non si perde nulla perché con i tassi concordati (più bassi) si può disinvestire quando si vuole.
Lordo e netto
Anna Vizzari, economista di Altrconsumo, invita a prestare attenzione se si vogliono effettuare investimenti senza restare delusi. Spiega, infatti, che quelli pubblicizzati sono i rendimenti lordi e non quelli netti. In più, aggiunge, bisogna togliere la ritenuta fiscale del 26% sul rendimento e l’imposta di bollo che è pari allo 0,2% sulla giacenza.
Spiega infine che se si investono 10 mila euro a un tasso lordo del 4%, esso diventa al netto del 2,76% mentre se il lordo è del 2,5%, diventa dell’1,65%. Per non restare delusi, quindi, bisognerà capire bene quanto renderà il conto deposito che si sottoscrive.