Per i contratti di lavoro part time o full time, ecco la differenza sui contributi per la pensione. Perché molto spesso, a pochi anni dalla maturazione dei requisiti per la pensione, i lavoratori fanno una scelta. Ovverosia, quella di passare dal full time ai part time al 50%. Così come è riportato in questo articolo.
Di conseguenza, nello scegliere tra contratti di lavoro part time o full time, è bene farsi quattro conti. E capire se, puntando negli ultimi anni sul part time, sull’assegno INPS ci saranno poi delle penalizzazioni rilevanti in termini di importo.
Contratti di lavoro part time o full time: la differenza sui contributi previdenziali per la pensione
La differenza sui contributi per la pensione, se circoscritta a pochi anni, non è così vistosa tra contratti di lavoro part time o full time negli ultimi tempi prima del ritiro dal lavoro. Ed il tutto fermo restando che occorre maturare come sempre i requisiti di accesso alla pensione da richiedere all’INPS. Dalla pensione di vecchiaia a 67 anni di età, con almeno 20 di contributi versati. Alla pensione anticipata ordinaria.
In particolare, tra contratti di lavoro part time o full time, ricordiamo che per la pensione anticipata ordinaria attualmente c’è una differenza di genere sull’anzianità contributiva. Ovverosia, 42 anni e 10 mesi di contributi previdenziali versati per gli uomini. E 41 anni e 10 mesi di contributi previdenziali versati per le donne. E senza che, in ogni caso, ci siano dei requisiti anagrafici da rispettare.
La differenza sui contributi per la pensione. Massima attenzione pure alle finestre di decorrenza
Tra contratti di lavoro part time o full time, inoltre, occorre farsi quattro conti pure sulle finestre di decorrenza. Che in certi casi possono essere davvero ampie. Per esempio, per la pensione anticipata ordinaria la finestra d’attesa è tra le più basse. Visto che è pari a soli 3 mesi.