Nuovi contratti statali 2018 pronti: sul piatto della bilancia tanti cambiamenti che puntano ad attuare la riforma Madia della Pubblica Amministrazione in una chiave di lotta all’assenteismo e welfare aziendale. La linea comune sembra essere quella di sensibilizzare i dipendenti pubblici al lavoro di squadra e al rispetto tra colleghi. In quest’ottica si inserisce nei contratti statali 2018 anche la proposta di un bonus per gli stipendi dei dipendenti pubblici più bassi e altre misure di sostegno come ad esempio aiuti per l’istruzione dei figli dei dipendenti e polizze sanitarie.
Lavoro pubblico lavoro di squadra: nel bene e nel male
Una maggiore coesione tra colleghi, nel bene e nel male. Così, accanto a misure di welfare innovative, i nuovi contratti statali 2018 introducono punizioni per l’assenteismo che si riversano non solo sul dipendente interessato in prima persona ma anche sui colleghi omertosi e, quindi, complici silenziosi del malfunzionamento della macchina della PA e delle lungaggini burocratiche. Ecco dunque che il taglio dei premi riguarderà tutto l’ufficio non solo il dipendente colpevole.
Assenteismo nel pubblico: nasce nuovo istituto di controllo
Sempre nell’ottica di lotta all’assenteismo nasce l’Organismo paritetico per l’innovazione composto da rappresentanti dei datori di lavoro e dei dipendenti e chiamato a riunirsi almeno due volte l’anno con il compito di “disincentivare elevati tassi di assenza del personale”. Tra le mansioni assegnate quella di formulare correttivi qualora si “presentino significativi scostamenti rispetto a benchmark di settori” o carenze di personale in date particolari cruciali per l’esigenza di garantire continuità nel servizio (emblematico resta lo scandalo dei vigili urbani a Roma nella notte di Capodanno).
Contratti statali 2018 e bonus: ai più poveri e ai più meritevoli
Le maggiorazioni di stipendio nei nuovi contratti statali 2018 viaggeranno su un doppio binario: da un lato premiare i più meritevoli (selezionando una quota che non superi il 30% dei dipendenti totali) e dall’altro accorciare la forbice tra i più ricchi e i più poveri mediante la previsione di un “elemento perequativo mensile” ovvero una misura compensativa che permetta di salvare il bonus degli 80 euro e garantisca il riscatto di anni di blocco contrattuale.