Non solo colf e badanti, raddoppia la deduzione contributi domestici anche per queste altre categorie

Il raddoppio del limite massimo deducibile dei contributi per lavoratori domestici non riguarderà solo colf e badanti
1 anno fa
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contributi domestici

Nella bozza del nuovo decreto lavoro spunta l’aumento della soglia dei contributi deducibili nel 730 da parte del contribuente che ha alle proprie dipendenze lavoratori domestici. Quindi, i contributi domestici pagati per colf e badanti che risultano assunti con regolare contratto.

Non solo. L’aumento della soglia di deducibilità riguarda i contributi pagati anche per altre categorie di lavoratori che confluiscono nella categoria dei domestici.

Contributi domestici, il nuovo limite deducibile

Intanto, ricordiamo che la possibilità di dedurre dal reddito ai fini IRPEF i contributi previdenziali e assistenziali pagati per i lavoratori domestici che sono alle proprie dipendenze è prevista dall’art.

10, comma 2, del TUIR.

La deduzione avviene secondo il principio di cassa. Quindi, è per l’importo pagato nell’anno d’imposta oggetto della dichiarazione dei redditi.
Per quelli pagati nell’anno d’imposta 2022, l’indicazione deve avvenire al rigo E23 (in caso di Modello 730/2023) o rigo RP23 (laddove si presenti il Modello Redditi Persone Fisiche 2023).

È previsto un limite massimo di spesa deducibile.

Attualmente l’importo massimo che si può dedurre in dichiarazione dei redditi dei contributi domestici è stabilito a 1.549,73 euro. La bozza del decreto lavoro parla di un quasi raddoppio del citato limite, che passerebbe a 3.000 euro.

La ragione di questo aumento sarebbe dettata dai recenti aumenti contrattuali scattati da quest’anno per questa tipologia di lavoro.

L’elenco dei lavoratori domestici: non solo colf e badanti

Ma chi sono i lavoratori domestici per i quali è prevista la possibilità, da parte del datore di lavoro, di dedurre i contributi previdenziali ed assistenziali pagati per loro?

Per rispondere, occorre concentrarsi sulla definizione di “lavoro domestico”. È definito tale, la prestazione, da parte del lavoratore, di servizi di carattere domestico diretti al funzionamento della vita familiare. Rientrano, quindi, ad esempio tra i lavoratori domestici:

  • colf, addetto alle pulizie della casa, addetto alla lavanderia, aiuto cucina, stalliere, assistente ad animali domestici, addetto alle aree verdi, operaio comune di fatica
  • badanti e baby-sitter
  • collaboratore generico polifunzionale
  • custode di abitazione privata
  • addetto alla stiratura
  • cameriere
  • giardiniere
  • autista
  • addetto al riassetto camere e prima colazione per ospiti del datore di lavoro
  • operaio qualificato
  • cuoco
  • governante
  • assistenti delle persone anziane (badanti)
  • ecc.

Bisogna precisare che la deduzione dei contributi domestici in dichiarazione dei redditi da parte del datore di lavoro è limitata solo alla parte dei contributi rimasti a suo carico.

Quindi, bisogna scorporare la parte dei contributi a carico del lavoratore (Circolare n. 24/E del 2022).

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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