La scadenza del termine per il versamento dei contributi all’Inps a favore dei lavoratori domestici si avvicina. La data ultima è fissata per il 10 luglio 2024 per quanto riguarda la seconda rata dell’anno e che si riferisce al periodo assicurativo aprile, maggio e giugno. Interessati sono circa due milioni di datori di lavoro costituiti più che altro da famiglie.
Si tratta per l’appunto di datori di lavoro domestici che si avvalgono in via continuativa del lavoro di colf, badanti, giardinieri, segretari, maggiordomi e collaboratori part time o full time di ogni genere.
Contributi Inps lavoratori domestici da versare entro il 10 luglio
Il pagamento dei contributi Inps per i lavoratori domestici assunti regolarmente con contratto a tempo determinato o indeterminato avviene su base trimestrale. Quindi quattro volte all’anno. La scadenza è fissata sempre entro i primi 10 giorni del mese successivo al trimestre di riferimento. Pertanto, il 10 aprile, 10 luglio, 10 ottobre e 10 gennaio dell’anno successivo.
Per quanto riguarda le modalità di pagamento, ricordiamo che dal 2021 non è più possibile effettuare i versamenti all’Inps tramite i bollettini MAV. I datori di lavoro potranno, però, pagare i contributi per i loro dipendenti in due modi:
- online tramite il portale dei pagamenti della pubblica amministrazione, con la modalità pagoPA, tramite carta di credito, carta di debito oppure conto corrente bancario;
- utilizzando l’avviso di pagamento pagoPA generato online tramite il portale dei pagamenti Inps all’interno della sezione lavoratori domestici.
Il servizio è svolto anche dalle banche e dalle Poste che possono effettuare i versamenti per conto dei datori di lavoro dietro il riconoscimento di una commissione per il servizio.
Quanto bisogna pagare
I contributi da versare per i lavoratori domestici nel 2024 sono aumentati rispetto allo scorso anno.
Da ricordare che i contributi da versare sono calcolati in modo differente rispetto alla generalità dei lavoratori dipendenti. Essi sono determinati in misura convenzionale. Ovvero a seconda che il lavoratore domestico presti la propria attività lavorativa con orario inferiore o superiore alle 24 ore settimanali. Se non supera le 24 ore, il contributo orario è calcolato in base alle fasce di retribuzione. Altrimenti il contributo prescinde dalla retribuzione ed è in misura fissa.
Le aliquote contributive sono inferiori per i lavoratori domestici rispetto ai lavoratori dipendenti. La percentuale IVS di finanziamento della gestione assicurativa è infatti pari al 17,42% della retribuzione contro il 33% della generalità dei lavoratori.
Considerando anche il contributo Aspi, Inail e per il fondo Tfr, si sfiora in totale il 20% della retribuzione convenzionale oraria. Dal 2013, per i soli rapporti di lavoro a tempo determinato, è previsto anche un contributo addizionale di finanziamento dell’Aspi, a carico del datore di lavoro, nella misura del 1,40%.